Come cucinare le castagnole: 5 errori che facciamo spesso

Come cucinare le castagnole: 5 errori che facciamo spesso

Dolci fritti di Carnevale, grandi come una castagna (ed ecco il nome), le castagnole si gustano bollenti, scottandosi le dita, ma sono buone anche tiepide e persino una volta fredde. A patto che siano preparate con le ricette giuste e senza commettere errori.

Ecco i 5 più insidiosi, da evitare come la peste.

castagnole, ingredienti

1. CREDERE CHE ESISTA UNA SOLA RICETTA

Il nome, si diceva, è dovuto alla forma. Trattasi di piccoli dolcetti dorati e inzuccherati. Attenzione, ho scritto dorati, che non significa necessariamente fritti perché ne esistono varianti cotte in forno.

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Insomma, come anche per chiacchiere (o frappe, bugie, cenci che dir si voglia), il Carnevale si può alleggerire passando dalla padella al forno. In ogni caso, prendetela così, come una curiosità, perché io sono qui a parlarvi della versione fritta. A cominciare dagli impasti.

Il primo, più semplice, è una pasta choux, la stessa dei bigné, che nasce neutra ma per le frittelle si può leggermente addolcire con poco zucchero, non più di un cucchiaio per ogni mezzo chilo di impasto.

Ce ne è poi una versione più corposa, una sorta di pasta frolla morbida ritagliata in gnocchetti, che devono essere davvero piccolini (tipo una grossa biglia) altrimenti restano crudi dentro.

Perché la frittura, si sa, è questione di minuti e buona parte del rischio risiede proprio nelle dimensioni dell’alimento da friggere.

castagnole, luca montersino

2. SOTTOVALUTARE LE PERSONALIZZAZIONI

Deciso quale impasto volete fare, non siate timidi. Vi piacerebbe ci fosse dell’uvetta? Una grattugiata di scorza di limone o di arancia? Un goccio di liquore, dall’anisette anni Settanta al rum? Una nota rosa e kitsch di alchermes (a chi piace il genere)? Una punta di cannella?

Metteteceli, sia nella versione choux che in quella più corposa: le vostre castagnole accetteranno volentieri.

frittura, olio, castagnole

3. SBAGLIARE LA TEMPERATURA DELL’OLIO

170-175° gradi, ovvero, non troppo alta e violenta che brucia (lasciando, come si diceva, l’interno crudo), ma sicuramente non troppo bassa, caso in cui il vostro fritto diventerebbe (irrimediabilmente) zuppo d’olio, molliccio, pesante, immangiabile.

Se non avete un termometro (e insomma, compratelo!), vale il sistema empirico di gettare un nonnulla di impasto nell’olio: se sale a galla circondato di bollicine sfrigolanti, è il momento di friggere le castagnole.

castagnole, zucchero

4. ASPETTARE A PASSARLE NELLO ZUCCHERO

Dalla padella alla carta assorbente, poi subito nello zucchero: tutto in rapida sequenza. Perché se le castagnole non sono bollenti, lo zucchero non si attacca ma scorre via. Ve ne siete dimenticati? Rimediate usando quello a velo.

A proposito: siccome ne friggerete poche per volta, vi sarete ricordati, prima, di scaldare il forno (100-120°), poi di spegnerlo.

Infilatevi il piatto con il fritto pronto, lasciando lo sportello un po’ aperto (altrimenti, si forma vapore che rende tutto molliccio): si manterrà caldo fino al momento di servirlo.

cioccolato

5. DIMENTICARVI CHE POTETE ANCHE FARCIRLE

Una siringata di crema pasticcera o al cioccolato, oppure di confettura di frutti rossi. Ma anche, più semplicemente, una ciotolina in cui intingere i bocconcini prima di addentarli.

Buone così, nature, le castagnole lo sono ancora di più se completate da una salsa o da una farcitura. Un po’ come si fa con i churros (non a caso, di pasta choux) e la fonduta di cioccolato.

Che dite, vi ho ingolosito?

Siete fritti!

[Crediti | Link: Dissapore, immagini: Rossella Neiadin]