Cosa fanno gli acchiappaturisti alla reputazione dei ristoranti romani

Cosa fanno gli acchiappaturisti alla reputazione dei ristoranti romani

Li chiamano indifferentemente acchiappaturisti o buttadentro, figure seconde solo alle zanzare nella classifica del fastidio estivo, li troverete anche oggi nel centro di Roma, a far da muro umano per convincere i turisti a entrare nei locali.

Menu alla mano o, peggio, con i vassoi grondanti spaghetti e fettuccine al pomodoro, imbracciano la forchetta e affondano i denti in un corpulento boccone freddo abbozzando mmm… smorfie di gastronomico godimento.

Le tecniche di retaggio si sono affinate al punto che –credetemi, l’ho visto con miei occhi– da qualche giorno un ristorante di Piazza Navona ha installato nel dehor una barchetta colma di ghiaccio e diverse varietà di pesce, obiettivo “rendere tangibile” la freschezza (?) di quanto finirà nel piatto. Senza contare che il cameriere mette il turista a declamare il menu: a ogni piatto corrisponde la trionfale esposizione di un pesce.

Abbiamo tutti bisogno di una spruzzata di cattivo gusto; rinvigorisce anima e corpo ma questa è un’invasione, è pulp, oltre che un colpo alla reputazione dei ristoranti di Roma. Perché al netto del facile moralismo, e a parte l’urticante sensazione di essere pedinati, qui ci stiamo rimettendo la faccia (ancora).

Inevitabile che prima o poi ci scappi la truffa, così saltano fuori tiramisù a 72 euro e coni gelato plasmati direttamente dalle mani di re Mida.

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Poi ci sono casi come quello di via della Croce, in cui la tattica d’assalto è agevolata dalla stradina stretta che incastra i turisti tra un tavolino e una sedia, costretti a sorbirsi la tiritera nell’inglese più maccheronico.

Vero, non è una pecca di cui abbiamo l’esclusiva, e ogni meta turistica ha i suoi sbandieratori. Forse ai nostri buttadentro risparmiano l’abito tipico che costringe, ad esempio, le olandesi a offrire Gouda con tanto di zoccoli, grembiule e cuffietta.

Ma chi viene in Italia non si aspetta qualcosa di decisamente meno grottesco? O meglio, non siamo proprio capaci di evitare tutta questa farsa nella smania di fare numeri? E ancora, siamo davvero diventati quelli delle macchiette?

Per la serie “domande che vorrei fare al nuovo sindaco Marino”: questa inclinazione, questo cedimento al cattivo gusto, non sminuisce il mito di Roma invece di rivitalizzarlo?

[Crediti | Link e immagini: Repubblica Roma]