Sicurezza alimentare: 5 cose orribili imparate ieri da Report sui vitelli dopati

Sicurezza alimentare: 5 cose orribili imparate ieri da Report sui vitelli dopati

Poteva l’onni-picconatore Report farsi sfuggire l’occasione di parlare una volta di più di alimentare? Certo che no, visto che Expo 2015 è alle porte e visto soprattutto che “la salute del consumatore prima di tutto” è uno slogan che porta stima trasversale (e anche discreti numeri di share).

E’ iniziata ieri sera la nuova rubrica della trasmissione di Rai Tre, che ha dedicato la seconda parte della puntata al tema orripilante dei vitelli piemontesi dopati. In pratica, senza due inchieste della magistratura di Cuneo oggi le carni gonfiate di migliaia di vitelli sarebbero finiti sulle tavole. A due grandi allevatori era bastato corrompere un veterinario della Asl. [related_posts]

La storia sembra già vista, da quanto l’italica corruzione pare sempre uguale a se stessa emergendo da intercettazioni telefoniche e figure pixelate che non vogliono rilasciare dichiarazioni. Che si tratti di serate sbarazzine un po’ spinte tra politici e belle ragazze, o di vitellini teneri maltrattati dai cattivi di turno, il modo è quello lineare e in ascesa (dal pesce piccolo a quello più grosso) del solito Report.

Ma poco importa, dato che ciò che abbiamo visto ieri sera in tv potrebbe far venire voglia di boicottare gli allevamenti intensivi (per chi di voi non lo avesse già fatto).

Il punto è che si tratta di una guerra impari, perché se spacchiamo il capello durante la spesa nella grande distribuzione, non siamo altrettanto attenti nei nostri aperitivi o dove le apparenze potrebbero ingannare.

Report, vitelli dopati

Partiamo dall’inizio, dal video.

Dalla colonna vertebrale sale un brivido al pensiero che anche noi abbiamo rischiato di cadere nella trappola dello “zucchero”, nome in codice usato per definire la sostanza proibita tra l’allevatore di Cuneo incriminato per adulterazione e contraffazione di alimenti, e il suo tecnico di stalla.

Report, vitelli dopati

Nulla di nuovo all’orizzonte: clenbuterolo sparato nei vitelli degli allevamenti intensivi, uno schifo, uno scempio dell’animalismo e dell’alimentazione, e pure della salubrità. Il fatto è che, pur sapendo che queste cose accadono (e forse molto più spesso di quello che pensiamo) fanno male al cuore.

Report, vitelli dopati

In trasmissione vengono portati due esempi, uno peggio dell’altro, a Cuneo e a Saluzzo (magari gli stessi allevamenti da cui proviene il “vitello piemontese” che ci dà tanta fiducia sugli imballi delle confezioni). Allevatori che corrompono veterinari, che chiudono gli occhi sulle scorrettezze e mettono a rischio la salute degli animali e di chi se ne nutre, e poi anche i tecnici di stalla che procedono fisicamente alle siringate vergognose.

5 cose che abbiamo imparato dal servizio giornalistico di Report?

1) Che i vitelli di alcuni allevamenti piemontesi arrivano dalla Lituania, ovviamente perché costano meno.

2) I vitelli “intensivi” non mangiano latte, ma una mistura polverosa che è composta sì di latte in polvere, ma anche di cose sorprendenti e al contempo stranianti come lo strutto suino.

3) Il Ministero della Salute italiano, ma anche l’Unione Europea pare chiudano non un solo occhio, ma entrambi davanti ai numeri confortanti di allevamenti che rispondono ai parametri sanitari corretti. Il fatto è che ci sono tante vie preferenziali per aggirare le questioni scomode e soprattutto per evitare di cadere in fallo.

4) Pare esserci, orrore assoluto, un farraginoso sbarramento burocratico per il quale alcune prove non valgono nel giudizio complessivo delle istituzioni preposte, ma sono comunque compravate e scientifiche verità.

5) Diffidiamo di carne di vitello troppo rossa, ma anche troppo bianca. Insomma, diffidate sempre e comunque.

E poi l’appuntamento è alle prossime puntate, quando si sparerà sul Male Assoluto (l’olio di palma), ma anche sui prosciutti e chissà. Abbiamo i prossimi 6 mesi per caricarci di bellezze e sostenibilità ad Expo e poi tornare alla realtà con le brutture di Report.

Auguri a noi.

[Crediti | Link: Dissapore, Report, Wikipedia]