Un vino per ogni Ferragosto: come evitare sfusi raccapriccianti o bottiglie prese a caso senza svenarsi

Un vino per ogni Ferragosto: come evitare sfusi raccapriccianti o bottiglie prese a caso senza svenarsi

Non sarà più come 20 anni fa ma Ferragosto resta una tappa culinaria di un certo peso. Specie se, differentemente dal sottoscritto, lo passate in vacanza.

Quota autocompatimento assolta entriamo nel vivo.

Per chi si muove dietro ai fornelli, o tra le griglie se preferite, le grandi manovre iniziano almeno un giorno prima e spesso contengono la ricerca della materia prima. Nei luoghi di mare scatta l’assalto alle pescherie, ma i più scaltri abbandonano le strade del potere alla ricerca di piccoli pescatori che ricattano con cinismo raro, al fine di ottenere un po’ di sana paranza per una frittura degna di questo nome.

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D’altronde è noto, l’italiano anche in villeggiatura si sa muovere bene ed è un abile procaciattore di cibo. O almeno questo ci piace credere.

Meno raffinata, invece, è la ricerca del vino. Se escludiamo quelli che nascondono le bottiglie sotto le valige, il marito medio a cui viene affidato il compito del vino torna dopo 12 minuti netti con uno sfuso raccapricciante o con due bottiglie prese a caso al mini market.

Ecco, non è bello. Specie se mangiate a scrocco da qualcuno che fatica e suda per le vostre mascelle da competizione. Fate almeno una bella figura portando un paio di bottiglie di livello.

Tracciamo una casistica:

Bistecca, griglia

Grigliata pantagruelica.
Sì lo sappiamo c’è chi griglia pesce e verdure, ma non giochiamo con i sentimenti. Anzi con il fuoco. Questa è un’attività sporca, faticosa e primordiale e chiama carne a volontà. Poi se mentre scatta il piano bruschetta qualcuno si prodiga nella stesura di peperoni e calamari è benvenuto.

Di certo però non mancheranno salsicce, costine, spiedini, bistecche e interi maiali caduti incidentalmente tra le fiamme.Non so perché ma ho sempre associato la grigliata al Sangiovese, ovviamente con un occhio puntato sulla bevibilità assoluta.

Proverei con il Chianti Classico di Monteraponi. Oppure, rimaniamo in Toscana per la migliore versione italiana del Syrah: l’Apice di Stefano Almerighi, vino da puro godimento. Lasciate una bottiglia accanto a chi cura la griglia. E buttate quel bicchiere di carta.

Pranzo_di_ferragosto

Ferragosto conviviale tutto famiglia, piatti tipici e vino sincero.
Tavolata inaudita ad alto tasso di decibel, grosse cofane di pasta, timballi, affettati e abnormi insalate. O magari con il pescato del Tevere, come in Pranzo di Ferragosto. Se guardate il tavolo dei bambini e siete pronti a dare un paio di falangi per finire lì significa che siete finiti tra due quartetti sbagliati.

[Dicesi quartetto, il segmento di persone che si aggrega spontaneamente intorno a noi per comunicare su argomenti che non vi interessano, quando vorreste parlare della versatilità dello sgombro].

Rompete la tradizione fatta da birrozza e fiaschetto, perché non se ne trovano più buoni come una volta e sfoggiate un cartone del freschissimo Terra, il Barbera di Walter Massa. E dato che ci siete anche il suo Timorasso che un bel bianco ci vuole.

Spaghetti alle vongole

Spaghetti alle vongole e calamari fritti in campeggio.
Chi ama le vacanze tra tende, aria fresca, aghi di pino e bel mare a due passi sa di cosa parlo. In media ogni 5 famiglie ce n’è una attrezzata con cucinino da fare invidia all’avamposto street di Mauro Uliassi. Pesce a valanga e bianco d’obbligo.

Mi permetto di consigliarvi uno dei mie vini italiani preferiti e troppo poco celebrato: il Vignasilan di Contrà Soarda. Se lo trovate troppo complesso e poco adatto alla situazione andate sul sicuro con il Verdicchio Santa Barbara di Stefano Antonucci.

picnicgourmet

Picnic gourmet in riva al mare.
Vi portate giusto 2 cosette: gamberi e scampi crudi, piccoli tramezzini al salmone, focaccia come se piovesse, insalata di farro con pomodorini, battuta di tonno e timo, mozzarella di bufala e una ricca macedonia. I ricci li prendete sul posto in tempo reale.

Nella borsa frigo c’è spazio per lo Champagne. Francis Boulard Veilles Vignes Blanc de Blancs è la vostra scelta.

Maialino sardo

Massacro sardo.
Per chi non teme digestione e temperatura eccoci con il menù diversamente estivo pane carasau, prosciutto di cinghiale e formaggio; poi colurgiones e ovviamente maialino. Prima del lisergico mirto di fine pasto non rinunciata a importanti dosi di rosso.

Provate il Cannonau Barrosu, violentemente alcolico e inusitatamente buono di Giovanni Montisci. Per iniziare però un Vermentino di Gallura. Scegliete tra uno di questi.

ferragosto montagna

Ferragosto montagnino.
Colesterolo non ti temo: tagliere misto di salumi e formaggi, canederli, Tonco del pontesel e secchiate di strudel. Pulite tutto con una bella Schiava. E se pensate sia un vinello di poco conto provate la Schiava Donà Rouge di Hartmann Donà.

[foto crediti: mick jones studio, wdonna, lifesapicnic, La Casina]