Con la pasticceria Tiri e il panettone tutto l’anno a Potenza si vive meglio

Vincenzo Tiri ha aperto Tiri Bakery e Caffè, la sua nuova pasticceria a Potenza. Il famoso panettone tiri sarà disponibile tutto l'anno

Come sanno le legioni di fornai casalinghi che stanno per affrontare la preparazione del panettone, di solito tutto ciò che può andare storto va storto: impasti troppo caldi, burro e uova incorporate anzitempo, una bizza improvvisa del lievito madre.

Non per niente il panettone è considerato “l’Everest dei prodotti da forno”, una vera sfida anche per pasticcieri e maestri fornai.

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A proposito, Vincenzo Tiri, 37enne ragazzone gentile di Acerenza, 2433 anime abbarbicate nella più remota provincia di Potenza, è il nostro goleador del panettone artigianale, nel senso che vince da tre anni, e per distacco, l’apposita classifica di Dissapore, attesa anche quest’anno tra novembre e dicembre.

Siamo ancora dell’avviso che Tiri 1957, la bottega aperta 61 anni fa da una famiglia di grandi panificatori, meriterebbe un’uscita autostradale dedicata.

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Ma dopo un’attesa eterna, finalmente, non è più necessario scalare gli aspri tornanti che conducono ad Acerenza per gustare le creazioni del pasticciere lucano, compreso l’ottomila del suo panettone, ottenuto con tripla lievitazione dell’impasto e gestione maniacale del lievito madre.

Dal 25 ottobre, a Potenza, in via del Gallitello 255, è aperta Tiri Bakery e Caffè, nuova pasticceria con laboratorio di Vincenzo Tiri: 13 metri di banco tra bar e esposizione dei dolci, oltre a 38 posti a sedere per il consumo nel locale.

Colazioni, pranzi leggeri e aperitivi, dalle 7 alle 22, all’insegna della pasta lievitata con l’upgrade di torte, monoporzioni e viennoiserie (niente bignè o mignon di frolla, abbiamo detto solo pasta lievitata) che promettono meraviglie.

Fate voi: nel “Tirimisù” la pasta lievitata prende il posto dei savoiardi imbevuti nel caffè; il Savarin, classico francese, si fonde con l’impasto del babà; il Bauletto di San Canio, patrono di Acerenza –stesso impasto del panettone ma sagoma a baule e glassa alle mandorle– viene farcito con amarene e fiori di sambuco.

La componente croccante della Cheesecake è una fetta di panettone tostato, mentre a dare corpo alla Torta Sacher provvedono strati di panettone al cacao ripieni di confettura all’albicocca e crema al cioccolato. Perfino il cuore dei diversi cioccolatini è di panettone!

C’è anche il pane, che esce dal laboratorio in due versioni –con farine macinate a pietra e con semola di grano duro mista a patate– e si consuma in due modi: venduto al dettaglio e inserito in colazioni old-style con burro e marmellata.

E c’è –manco a dirlo– il famoso panettone. Anzi, come da scritta che troneggia tra gli scaffali, c’è il “panettone tutto l’anno”. Con il solito corredo: cupola spavalda e inconfondibile, impasto carico che spacca le pupille, canditi freschissimi e aromatici, perché autoprodotti.

panettone vincenzo tiri