Afghanistan, i Talebani hanno bandito famiglie e donne dai ristoranti con giardino

I Talebani hanno bandito donne e famiglie dai ristoranti con giardino o altri spazi aperti nella provincia di Herat, in Afghanistan.

Afghanistan, i Talebani hanno bandito famiglie e donne dai ristoranti con giardino

Niente più famiglie e donne nei ristoranti con giardini – o spazi verdi, più in generale – nella provincia nord occidentale di Herat, in Afghanistan. Il divieto è stato introdotto nella giornata di ieri, lunedì 10 aprile, dai Talebani al potere; e la mossa, è bene notarlo, ha fatto seguito alle rimostranze presentate da studiosi di religione e privati cittadini circa la mescolanza dei generi in questi particolari luoghi. Si tratta fondamentalmente dell’ultima di una serie di restrizioni imposte dai Talebani da quanto hanno ottenuto il potere del Paese nell’agosto del 2021, che di fatto spaziano dall’esclusione delle ragazze dalle classi oltre la prima media e le donne dalle università al divieto di mostrarsi in spazi pubblici come parchi o palestre.

Afghanistan, l’ultimo divieto dei Talebani: niente famiglie e donne nei ristoranti con spazi verdi

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Le autorità afghane si sono premurate di sottolineare come il divieto riguardi esclusivamente i ristoranti con spazi verdi e giardini all’aperto – bollando invece le notizie che lo allargano a tutti i tipi di locali come “propaganda” -, e sottolineato come sia stato introdotto in risposta alla mescolanza dei sessi o alla tendenza di alcune donne presumibilmente accusate di non avere indossato correttamente l’hijab.

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“Dopo ripetute lamentele da parte di studiosi e gente comune, abbiamo posto limiti a questi ristoranti” ha spiegato a tal proposito Baz Mohammad Nazir, un vice funzionario della direzione del Ministero del vizio e della virtù a Herat; smentendo nel frattempo le notizie secondo cui la vendita di DVD, programmi televisivi e musica stranieri sono vietati nella stessa provincia: più precisamente, infatti, agli imprenditori è semplicemente stato sconsigliato di vendere materiali di questo tipo in quanto “contraddice i valori islamici”.

È altrettanto importante notare, tuttavia, che tutti i negozianti che non hanno seguito tale consiglio hanno visto le proprie attività venire chiuse da interventi armati coordinati dalle stesse autorità governative – un destino che verrà verosimilmente condiviso anche dai proprietari di ristoranti e locali con spazi aperti che non dovessero rispettare il nuovo divieto. Altre ondate di divieti hanno colpito le sale giochi, il cui ingresso è ora proibito alle fasce più giovani della popolazione in quanto diversi cabinati e giochi raffiguravano la Kaaba, la famosa struttura cubica situata nella Mecca, e altri simboli islamici.

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Ma torniamo al nostro caso – ristoranti e altri locali con giardino e spazi aperti, dicevamo. “Funzionavano come dei parchi, ma li hanno chiamati ristoranti e permettevano a uomini e donne di restare insieme” ha commentato Azizurrahman Al Muhajir, che è a capo della direzione del Vizio e della Virtù a Herat. “Grazie a Dio è stato corretto“.