Agricoltura, la legge per le nuove biotecnologie sarà approvata entro l’anno

La legge per la sperimentazione delle nuove biotecnologie in agricoltura sarà approvata entro l'anno: vediamo di che si tratta.

Agricoltura, la legge per le nuove biotecnologie sarà approvata entro l’anno

Una svolta per avviare il comparto agricolo verso un nuovo ammodernamento: stando a quanto recentemente annunciato dal segretario della commissione Agricoltura della Camera, Raffaele Nevi, la legge che andrà a consentire la sperimentazione su campo delle nuove biotecnologie verrà approvata entro la fine dell’anno. Nello specifico, il documento preso in esame da Nevi durante un incontro con le autorità del settore primario riguarda l’implementazione delle cosiddette tecniche di evoluzione assistita (Tea), ossia pratiche che permettono di “correggere” il DNA delle piante e quindi di selezionare caratteri specifici in modo tale da sviluppare, tanto per fare un esempio, colture più resistenti alla siccità o agli effetti del cambiamento climatico.

Biotecnologie in agricoltura: di che si tratta?

Troppi paroloni? La questione, in realtà, è piuttosto semplice: a onore del vero i rappresentanti del mondo produttivo chiedono da tempo lo sblocco delle tecniche di evoluzione assistita. Una sentenza della Corte di giustizia europea datata 2018, tuttavia, aveva equiparato tali pratiche agli OGM di vecchia generazione andando fondamentalmente a bloccare il loro utilizzo nel comparto agricolo.

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A oggi il resto del mondo ha già fornito il semaforo verde alle Tea distinguendole dai vecchi OGM – un obiettivo a cui, come accennato, ora punta anche la giunta italiana. Lasciano pochissimo spazio ai dubbi, d’altronde, le parole del sottosegretario all’Agricoltura Patrizio La Pietra che ha definito le tecnologie in questione “fondamentali per affrontare le nuove sfide ambientali dell’agricoltura, anche alla luce del nuovo Green Deal europeo”.

Nuove sfide ambientali, già: impossibile, a oggi, approcciarsi al mondo agricolo senza rispettare quella enorme mole problematica rappresentata dal cambiamento climatico. La crisi idrica che da due anni a questa parte morde il Nord dello Stivale è un crudele sintomo di ciò che potrebbe avere in serbo il futuro; tanto che la comunità scientifica ha già cominciato a ricercare nuove varietà di grano resistenti alla siccità.

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Ma torniamo alle nostre biotecnologie: un documento presentato da Luigi Cattivelli del Crea ha contribuito a ribadire la distinzione tra gli organismi geneticamente modificati e le Tea, che di fatto “non contemplano mutazione genetica né l’inserimento di geni esterni ma riproducono, con maggior precisione, quanto avviene in natura”.

A proposito: al Crea, ha spiegato il direttore generale Stefano Vaccari, “abbiamo i “vasetti” con le nuove varietà, a esempio di vite resistente alle malattie, pronti da sperimentare in campo, quindi attendiamo fiduciosi un progetto nazionale sulle biotech che finanzi la ricerca agricola”.

Insomma, le pedine sembrano tutte ben schierate. Addirittura l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha già garantito il suo beneplacito. Luca de Carlo, presidente della commissione Industria, Commercio, Turismo e Agricoltura del Senato, ha commentato così questo momento di limbo: “La politica è stata fortemente condizionata dagli slogan sul tema, ma la crisi attuale ci deve insegnare ad affidarci alla ricerca”.