Alchemist dice addio alla “Pink Room”, nata per protesta al Pink Washing

Volevate andare a mangiare nella "Pink Room" dell'Alchemist? Beh, non potete più farlo: il ristorante ha deciso di chiudere questa installazione artistica interattiva.

Alchemist dice addio alla “Pink Room”, nata per protesta al Pink Washing

Lo so che nella vostra lista delle cose da fare c’era anche quella di andare a mangiare nella “Pink Room” del ristorante Alchemist di Copenaghen, ma ormai potete cancellare quella voce: la Pink Room, installazione artistica interattiva nata per protesta al Pink Washing, verrà chiusa. Ma tranquilli: potete sempre andare a mangiare nella stanza col planetario del ristorante due stelle Michelin!

Perché chiude la Pink Room dell’Alchemist?

alchemist
Del ristorante bistellato Alchemist di Copenaghen avevamo già parlato, delle sue sale che sono installazioni artistiche, dei menu cari, ma presentati in maniera originale e insolita e anche della filosofia di lavoro dello chef Rasmus Munk che propone settimane lavorative di quattro giorni per far sì che anche chi lavora nei ristoranti possa avere una vita al di fuori della sala e dalla cucina (e pazienza se per questo motivo il conto è un po’ più caro: il benessere delle persone va prima di tutto).

La classifica dei ristoranti stellati più costosi d’Europa La classifica dei ristoranti stellati più costosi d’Europa

Ebbene, adesso una delle stanze più amate dai clienti dell’Alchemist sta per chiudere i battenti. A dare l’annuncio sono stati dei post sui profili social ufficiali del ristorante. Nei post viene dato l’addio alla Pink Room, quella stanza rosa nata per protesta contro il Pink Washing (si tratta di un termine che solitamente indica la promozione di un prodotto o di un ente tramite atteggiamenti di apertura nei confronti dell’emancipazione femminile, anche se tali atteggiamenti di apertura sono solo di facciata. La prima volta che fu usato questo termine fu nei confronti di quelle aziende che facevano finta di sostenere le persone malate di cancro al seno, finendo poi col guadagnare dalla loro malattia).

Ma torniamo all’Alchemist. Il ristorante ha spiegato che The Pink Room ha fatto parte della loro esperienza ed offerta nel corso dell’ultimo anno. Inizialmente era stata creata per protestare contro le pratiche di Pink Washing nel settore del marketing, solo che, durante la pandemia da Coronavirus, il suo significato si è pian piano spostato per ruotare intorno ai concetti di dover seguire i dictat delle autorità e il desiderio delle persone di essere libere.

L’installazione era stata creata dal team di Alchemist ed era stata gestita dai loro artisti. Visto che però adesso si spera che chiusure e restrizioni pandemiche siano qualcosa che ormai appartiene al passato, ecco che da poco hanno deciso di trasformare completamente la Pink Room: dalle sue ceneri è nata la nuova installazione Freedom.

Molti utenti hanno poi commentato ricordando quando gli fosse piaciuta l’esperienza nella Pink Room, anche se qualcuno si è dichiarato un po’ imbarazzato dal fatto che lo staff avesse potuto vedere tutto tramite video. La maggior parte delle persone, però, è stata soddisfatta dal fatto che la Pink Room fosse riuscita a portarli al di fuori della loro confort zoom, facendoli riflettere anche sui concetti di esperienze e divertimento anche durante cene raffinate.

Ecco il post dove è stata annunciata la chiusura della Pink Room:

View this post on Instagram

A post shared by ΛLCHEMIST (@restaurantalchemist)