“La cucina è sott’acqua, l’intero ristorante è sott’acqua”. Iniziano così le drammatiche stories di Antonia Klugmann, chef de L’Argine a Vencò, avamposto stellato della cucina di questo territorio, di questi colli, di questi prati incontaminati quasi al confine con la Slovenia.
Klugmann, che è nota anche al grande pubblico per essere stata per una stagione giudice di Masterchef, prima di tornare alla sua cucina, alle sue erbe e al suo orto, appare disperata in queste ore, in un grido d’aiuto alle istituzioni mentre tutto il lavoro di una vita è finito totalmente inondato, dopo che il maltempo ha colpito la zona del Goriziano, facendo gravi danni, costringendo le persone a rifugiarsi sui tetti e causando al momento almeno due dispersi.
Cosa è successo al ristorante di Antonia Klugmann?

“Diversi fiumi e torrenti sono esondati”, spiega la chef a mezzo social, mostrando le immagini della pioggia battente e degli spazi di sala e cucina completamente allagati. “Tra questi lo Judrio che circonda il ristorante. L’allerta meteo gialla è scattata a mezzanotte. Ma a Vencò già alle 22 la situazione era critica. Ci siamo ritrovati circondati dall’acqua e abbiamo dovuto evacuare personale e clienti”, scrive Klugmann mal celando la polemica per una situazione di pericolo evidentemente non gestita con la necessaria tempestività, lasciando aperta e operativa una struttura che invece probabilmente avrebbe dovuto essere chiusa, con un’allerta meteo diramata prima. “Stiamo ancora aspettando dei sacchi di sabbia per mettere per quanto possibile in sicurezza la struttura. Tutto il ristorante è allagato come anche tutte le camere che si trovano al piano terra”.
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Nel frattempo, tutto il mondo della gastronomia si è attivato per aiutare la chef e la sua struttura, facendo partire anche una raccolta fondi che ha già raccolto oltre duemila euro. Ma la rabbia resta, anche perché non è la prima volta che la chef si ritrova in questa situazione: il suo ristorante, infatti, era già stato alluvionato un anno e mezzo fa, con danni importanti.
Perché le alluvioni nascondono un tema più grande, da affrontare tempestivamente
Le alluvioni ripetute sono ormai incredibilmente frequenti, e non danneggiano solo la ristorazione e l’imprenditoria, che si trova a fare i conti più volti con i propri spazi distrutti e con i propri sacrifici lavorativi vanificati.
Le alluvioni, gli eventi atmosferici straordinari, fanno ormai parte dell’ordinario, a causa del cambiamento climatico in atto, che incide su tutto: sugli allevamenti, sull’agricoltura, sull’imprenditoria. E sulle vite umane. Il tema, qui, è sempre lo stesso, non nascondere la testa sotto la sabbia sperando che anno dopo anno la situazione rientri, l’estate arrivi, e non si ripetano disastri come quelli dell’Emilia Romagna, o delle Marche, dove vengono distrutti ristoranti, negozi, case. Perché quei disastri, ce lo dice la scienza ormai da tempo, si ripeteranno, sempre con maggiore frequenza e sempre con maggiore furia.
E allora c’è bisogno che davvero questo tema diventi prioritario per tutti, per la politica in primis, che deve trovare il modo di arginare i danni di queste situazioni, prevenirle al meglio e agire tempestivamente per aiutare chi rimane colpito. E ha ragione Antonia Klugmann, nel suo sfogo, ad arrabbiarsi perché sente parlare “di miliardi spesi per e nulla per un’emergenza collettiva, che riguarda ogni regione d’Italia”.
E il pensiero, oltre che al proprio ristorante e alla propria fatica spazzata via dall’acqua, va naturalmente a tutti gli altri che stanno vivendo il dramma. “Io e mia sorella Vittoria, prima di ogni altra cosa, vogliamo esprimere vicinanza alle famiglie dei due dispersi e alle trecento persone che sono state evacuate dalle loro abitazioni”, sottolinea la chef. “Noi abbiamo avuto danni materiali gravi, ma le famiglie di Brazzano stanno vivendo un incubo e una tragedia personale”.