Birra, dei contributi per il Covid non c’è neanche l’ombra: Unionbirrai costituisce in mora il MISE

Del contributo a fondo perduto "anti-Covid" per i produttori di birra artigianali non c'è ancora neanche l'ombra, e Unionbirrai insorge.

Birra, dei contributi per il Covid non c’è neanche l’ombra: Unionbirrai costituisce in mora il MISE

Una boccata d’ossigeno che non arriva mai rischia di trasformarsi in condanna. Ci stiamo riferendo al contributo a fondo perduto per i produttori di birra artigianale architettato l’estate scorsa, e che a oggi – mercoledì 16 novembre del 2022 – ancora non è stato erogato. Avete bisogno di rinfrescarvi la memoria? Non c’è problema, ci pensiamo noi: all’epoca fu la stessa Unionbirrai ad annunciare a gran voce di aver ottenuto il via libera dalla camera per un contributo fissato a 23 centesimi al litro inseriti nei rispettivi registri di carico durante il 2020 – una misura, naturalmente, pensata per tamponare quanto possibile le perdite determinate dall’imperversare della pandemia da Covid.

Il piatto (o meglio, il boccale) piange

bar chiuso

Chiaro, non che gli anni successivi al boom del coronavirus siano stati tanto meglio, eh. Così su due piedi ci viene in mente lo scoppio di un conflitto armato sulla porta di casa, un tasso di inflazione che ha preso a galoppare verso record storici e una siccità che ha strozzato i raccolti di malto. Dimentichiamo qualcosa? Ah sì, costi di produzione alle stelle e il cosiddetto caro bollette, con l’Italia che vanta le bollette più salate d’Europa.

In tutto questo, come già accennato, il contributo a fondo perduto per il 2020 non è ancora stato versato; e questo nonostante Unionbirrai si sia naturalmente premurata di esortare una risposta dal Ministero dello Sviluppo Economico con una comunicazione ufficiale poi rimasta, naturalmente, senza risposta. I mesi passano, dunque, e il piatto (o meglio, il boccale) piange – motivo per cui Unionbirrai ha infine ritenuto opportuno, in qualità di associazione di categoria dei piccoli birrifici indipendenti italiani, procedere per costituire in mora il MISE “a fronte dell’inadempimento rispetto al termine previsto di 90 giorni per il versamento del contributo ai beneficiari, scaduto lo scorso 23 settembre, e inoltrare ricorso al Capo dello Stato per rimuovere l’anomalia del tetto definito dal Ministero a circa 5,4 milioni per il contributo a fondo perduto, a fronte dei 10 milioni di euro stanziati inizialmente”.

Non crediamo sia necessario scrivere dell’ovvio e sottolineare come, alla luce dei sopracitati problemi attuali, il ristoro in questione comporterebbe una boccata d’aria importantissima; ma allo stesso tempo non possiamo che comprendere la frustrazione di Unionbirrai, che si è adoperata fin dall’aprile del 2020 dialogando “con il Ministero delle Politiche Agricole per sottolineare la necessità di sopperire ai problemi provocati dalle chiusure per un prodotto deperibile e con vita estremamente corta come la birra artigianale.”

“Sono passati circa 40 giorni dalla scadenza prevista per il versamento dei contributi” ha commentato a tal proposito Vittorio Ferraris, direttore generale Unionbirrai “pertanto riteniamo che questo disservizio non possa essere accettato, soprattutto in un momento in cui, dopo le perdite subite per la pandemia, le nostre aziende sono anche in grande crisi tra rincari energetici e aumenti dei costi generali, e il ristoro comporterebbe un importante aiuto. Per questo, per sottolineare l’inaccettabilità di quanto sta accadendo e dare un forte segnale alle istituzioni, insieme ai birrifici aventi diritto, abbiamo deciso di procedere per costituire in mora il MISE, con l’augurio che si arrivi quanto prima a una risoluzione concreta. Allo stesso tempo si è deciso di inoltrare ricorso al Capo dello Stato affinché si rimuova l’anomalia dell’abbassamento delle risorse a disposizione, dimezzate rispetto ai 10 milioni di euro stanziati inizialmente”.