Bud Light è costretta a regalare birra dopo la partnership con l’attivista transgender

Bud Light prova a ingraziarsi i grossisti regalandogli birra dopo il caso della partnership con l'attivista transgender

Bud Light è costretta a regalare birra dopo la partnership con l’attivista transgender

Bud Light non se la sta passando certo bene dopo la vicenda della partnership con l’attivista transgender Dylan Mulvaney, tanto che le sue vendite sono in picchiata. Così, per cercare di ingraziarsi nuovamente i grossisti che la stanno boicottando, ecco che ha deciso di regalare una cassa di birra gratis a tutti i suoi distributori all’ingrosso.

Bud Light le tenta tutte per riconquistare i grossisti

birra

Per compensare il calo delle vendite (e per smaltire le scorte in eccesso) causato dal boicottaggio da parte dei consumatori, ecco che AB InBev ha deciso di offrire casse di birra gratuita a tutti i dipendenti che lavorano per i grossisti.

A rivelare la notizia a Business Insider pare che siano stati dei grossisti che hanno voluto rimanere anonimi. Sempre per ovviare al problema del calo delle vendite, l’azienda ha anche annunciato che aumenterà il budget destinato al marketing.

Basterà questo a riconquistare i consumatori e i grossisti? Difficile a dirsi. Da quando Bud Light ha lanciato la lattina dedicata all’influencer e attivista transgender, infatti, le vendite di Bud Light sono diminuite del 17% (secondo i dati forniti da Nielsen). Nel frattempo gli storici rivali Coors Light e Miller Light hanno visto aumentare le vendite del 18%.

Il problema è stato che Bud Light ha scelto un’attivista transgender per celebrare un evento dedicato alle donne, cosa che agli americani non è affatto piaciuta. La stessa cosa era successa quando anche il marchio Nike aveva collaborato sempre con Mulvaney per promuovere una campagna progettata per celebrare le atlete.

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Anche Nike era stata aspramente critica per la scelta del testimonial, qualcuno aveva parlato di una campagna “offensiva”, mentre altri si chiedevano perché quel lavoro dedicato a una donna fosse stato dato a un uomo. Nike si era subito attivata per eliminare dai social i commenti negativi, pubblicando su Instagram un posto dove dichiarava che l’incitamento all’odio, il bullismo o altri comportamenti che non erano allineati con lo spirito di una comunità diversificata e inclusiva sarebbero stati eliminati.

Bud Light, invece, a seguito dell’indignazione nata dopo la collaborazione con Mulvaney, non era riuscita a sostenere del tutto l’attivista. Brendan Whitworth, amministratore delegato di AB InBev, aveva aggirato il problema scherzandoci su, sostenendo che l’azienda non aveva mai avuto l’intenzione di scatenare una polemica che avrebbe diviso le persone.

Ma la spiegazione dell’AD ha ulteriormente scontentato tutti, sia i conservatori che disapprovano tale campagna, sia i liberali che non sono contenti del fatto che Bud Light non sostenga adeguatamente le comunità minoritarie. Nel frattempo, ecco che intanto AB InBev, ha messo in congedo Alissa Hienerscheid, vicepresidente del settore marketing e Daniel Blake, presidente del marketing.