Cereali: la produzione mondiale è scesa su valori minimi da quattro anni

L'ultimo rapporto redatto da Coldiretti sottolinea come la produzione mondiale di cereali sia scesa al minimo da quattro anni.

Cereali: la produzione mondiale è scesa su valori minimi da quattro anni

Coldiretti suona (ancora una volta) l’allarme: stando all’ultimo rapporto redatto sui dati Fao, la produzione mondiale di cereali è stimata in calo a circa 2,8 miliardi di tonnellate, inscrivendosi dunque sui valori minimi degli ultimi quattro anni. La responsabilità, stando alla lettura proposta da Coldiretti, giace sia nello stop dell’export dei fertilizzanti scattato in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina che al cambiamento climatico in atto, che si è tradotto in ondate di siccità e maltempo in tutto il mondo.

mais

Il taglio dei raccolti globali riguarda in primis il mais destinato all’alimentazione animale, il grano e il riso; e la situazione di crisi è di fatto esacerbata dal più recente blocco dei porti nel Mar Nero che ha portato a un ulteriore balzo delle quotazioni (anche se, in questo contesto, occorre sottolineare il raggiungimento dell’intesa per un corridoio sicuro). Un aumento generale che stando a un rapporto redatto dagli analisti di S&P Global Ratings dovrebbe durare almeno fino al 2024, e che chiaramente andrà a investire con maggiore severità i Paesi con reddito basso o medio. A tal proposito la Coldiretti sottolinea come la guerra in corso stia infatti coinvolgendo gli scambi di oltre un quarto del grano mondiale, oltre al 16% degli scambi complessivi di mais e il 65% degli scambi di olio di girasole.

“Bisogna invertire la tendenza ed investire per rendere il Paese il più possibile autosufficiente per le risorse alimentari facendo tornare l’agricoltura centrale negli obiettivi nazionali ed europei” ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Nell’immediato occorre salvare aziende e stalle da una insostenibile crisi finanziaria per poi investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le Nbt a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici”.