Chef Rubio denunciato per istigazione all’odio razziale

Chef Rubio e il professor Alessandro Orsini sono indagati per diffamazione e incitamento all'odio razziale: la denuncia arriva dalla comunità ebraica di Roma.

Chef Rubio denunciato per istigazione all’odio razziale

La pietra dello scandalo, l’avrete forse già intuito, sarebbero le frasi su Israele, su Hamas, su quanto capitato lo scorso 7 ottobre e le sue conseguenze. Chef Rubio e il professore Alessandro Orsini con lui sono indagati dalla Procura di Roma per istigazione all’odio razziale. Più che eloquenti le denunce della comunità ebraica, che accusano il cuoco e il docente universitario di diffamazione aggravata dall’uso dei social network e di “plurime e reiterate condotte integranti i reati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa”.

Chef Rubio, è bene notarlo, non ha mai fatto mistero del suo netto supporto al popolo palestinese: ricordiamo, ad esempio, di uno screzio con la senatrice Liliana Segre, definendo “vergognoso” il “silenzio sistematico” sulla “pulizia etnica” in Israele, o più recentemente di una condanna alla rimozione di un post contro Israele dai propri profili social.

Chef Rubio e Orsini denunciati dalla comunità ebraica

giudice

A indagare sulla denuncia presentata dal rappresentante legale della comunità ebraica, Victor Faldum, tramite l’avvocato Roberto De Vita, è il pm Erminio Amelio, che ha aperto due distinti fascicolo di reato. Come già accennato la lettura proposta da Faldum è che chef Rubio e Orsini avrebbero contribuito a diffondere “manifestatamente discriminatorie nei confronti del popolo israeliano anche mediante la sovrapposizione-confusione tra concetti diversi (il governo israeliano, lo Stato di Israele, “l’amico ebreo”, il sionismo in generale), incoraggiando altresì la propaganda di pregiudizi antisemiti e la ripulsa violenta contro gli ebrei”.

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Determinante, ai fini della denuncia indirizzata a chef Rubio, sarebbe stato un post pubblicato dallo stesso sui suoi profili social risalente allo scorso giugno, in cui viene mostrato un coltello “antisionista con manico in legno d’ulivo”. La frase è stata definita dal legale della comunità ebrea come “gravissima e pericolosissima”, che assume per di più “ulteriore e autonoma rilevanza in termini di pericolosità istigatoria oltre che discriminatoria per odio antisemita”.

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Per quanto invece concerne il professor Orsini, docente in Sociologia del terrorismo, è stata contestata “un’opinione chiaramente animata da un pregiudizio antisemita nei confronti dello Stato di Israele”. È infatti bene notare che sono numerosi i commenti e i post del professore in riferimento alle politiche del premier israeliano Benjamin Netanyahu, definito “un terrorista di Stato” a capo di “una delle dittature più brutali e razziste del mondo”.

Orsini, secondo l’accusa della comunità, avrebbe “accostato fatti non veri o travisati ad altri reali per giustificare i massacri di Hamas, attribuendo agli israeliani e agli ebrei in quanto tali la responsabilità nella causazione degli eventi di tale gravità”.