Chiara Ferragni e Balocco: nello scambio di mail il nodo su cui indaga la Finanza

Se non tutte, ma almeno in parte, sono state svelate le email fra Chiara Ferragni e Balocco su cui sta indagando la Finanza. Con tanto di testo integrale

Chiara Ferragni e Balocco: nello scambio di mail il nodo su cui indaga la Finanza

Si continua a parlare del caso pandoro-gate in quanto, dopo aver appreso che le indagini in merito al caso Chiara Ferragni e pandoro Balocco sono passate da frode in commercio a truffa, ecco che adesso saltano fuori anche i testi integrali delle email (ovviamente non di tutte) scambiate fra il team di Ferragni e la sede della Balocco, in provincia di Cuneo. Su queste email starebbe indagando adesso con attenzione la Guardia di Finanza.

Cosa dicono le email fra Balocco e Chiara Ferragni?

pandoro chiara ferragni

La storia ormai la conoscete tutti, vero? Dobbiamo ripeterla ancora una volta? Riassunto molto riassunto: l’Antitrust ha iniziato le indagini in merito al pandoro Balocco griffato da Chiara Ferragni, quello con donazione benefica all’Ospedale Regina Margherita. Solo che, come sottolineato sin da subito da Selvaggia Lucarelli, si trattava di un’operazione di marketing travestita da beneficenza.

Questo perché, mentre dalle parole e dai post promozionali, sembrava che il ricavato delle vendite del pandoro griffato (che costava circa 3 volte più di quello normale) sarebbe andato in beneficenza, ecco che, invece, Balocco aveva effettuato mesi prima una donazione fissa. Dunque la donazione all’ospedale, che veniva sponsorizzata come se fosse associata alle vendite del pandoro, non avrebbe avuto alcun rapporto con le vendite. Fine del recap.

Proprio ieri la Guardia di Finanza, oltre ad altra documentazione, ha iniziato a indagare anche sullo scambio di email fra Chiara Ferragni e la Balocco. Email i cui testi possiamo ora leggere (in realtà parte di queste email erano già state svelate qualche settimana fa, quando questa faccenda ha avuto inizio).

Ma perché spendiamo 300 euro per il pandoro di Chiara Ferragni? Ma perché spendiamo 300 euro per il pandoro di Chiara Ferragni?

Si parte con un’email del settembre del 2021, un paio di mesi prima dunque dell’avvenuta firma del contratto del progetto Pandoro Pink Christmas dell’11 novembre 2021. Già in questa email si parlava della donazione che la Balocco avrebbe fatto successivamente nel mese di maggio. Nell’email la Balocco scrive il seguente testo al rappresentante di Fenice e TBS Crew, le due società che si occupano dell’immagine di Chiara Ferragni:

“Ciao —-, grazie per la piacevole call! A sintesi degli argomenti trattati: DONAZIONE Sarà la Balocco a contattare l’associazione (in definizione) e sempre la Balocco risulterà come donatrice. La donazione sarà da farsi nel 2022, solo dopo che avremo svelato al mercato il nostro comune progetto – quindi indicativamente dopo maggio, mese nel quale inizieranno i primi incontri con il trade. Definito insieme l’ambito di azione (medico/pediatrico) non vorremmo incorrere in un incidente diplomatico con il Regina Margherita e Gaslini nel destinare la donazione ad altra struttura (es. Bambin Gesù che avete consigliato). Non avendo compreso che il dettaglio della donazione sarebbe stato oggetto del contratto, non ci siamo pronunciati prima se non dopo vostro stimolo. Ecco perché ne è derivata una certa “limitazione” che siamo certe, riusciremo a superare”

In pratica Balocco qui dice in maniera abbastanza evidente che la donazione sarà effettuata nel mese di maggio, quindi scollegata dalle vendite del pandoro. In effetti, un’email già svelata in precedenza da un impiegato rimasto anonimo della Balocco, ironizzava sul fatto che “Mi verrebbe da rispondere [al team Ferragni]: In realtà le vendite servono per pagare il vs cachet esorbitante”.

Si arriva così a un’altra, emblematica email del 17 ottobre 2022, questa sempre scritta da Balocco al team di Chiara Ferragni:

“In allegato trovate la nostra proposta di comunicato stampa per annunciare alla stampa specializzata (adv – retail) il lancio del Pandoro PinkChristmas. Lo storico brand piemontese Balocco, riconosciuto ed apprezzato nel mondo per l’eccellenza della sua offerta natalizia, presenta una novità esclusiva realizzata in collaborazione con Chiara Ferragni: il Pandoro “#PinkChristmas”. […] Con questo prodotto Balocco e Chiara Ferragni sostengono la ricerca contro i tumori infantili, finanziando un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino, attraverso l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing 14”

Messa così, e le email sembrano dire questo, sulle prime Balocco sembrava non voler collegare la donazione a una forma di beneficenza connessa direttamente alle vendite. Infatti parla genericamente di un “sostegno” alla ricerca.

Solo che il 20 ottobre 2022, il team di Chiara Ferragni chiede di apportare una sostanziale modifica a quanto suggerito da Balocco:

“Buongiorno. Ho rivisto il comunicato in qualche punto. Te lo rimando in allegato. […] Lo storico brand piemontese Balocco, riconosciuto ed apprezzato nel mondo per l’eccellenza della sua offerta natalizia, presenta una novità esclusiva: il pandoro Chiara Ferragni, le cui vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino, attraverso l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing”

Ecco che qui la modifica proposta dal team di Chiara Ferragni, invece, parla esplicitamente di “vendite che serviranno a finanziare” il progetto. Da un’altra email interna della Balocco, qualcuno aveva captato forse una nota stonata in tale modifica, tanto da mettere in guardia dal rischio di pubblicità ingannevole: “Ciao a tutte, aggiungo —– in c.c. Per me ok ma massima attenzione all’attività benefica che ci espone a pubblicità ingannevole se correlata alle vendite […] Occorre spiegarglielo bene, meglio forse per telefono […]”.

Effettivamente, anche la multa imposta dall’Antitrust, differente per quanto riguarda le società di Chiara Ferragni (1 milione di euro) e Balocco (mezzo milione di euro), pare da imputarsi a questo scambio di email. Queste le parole dell’Antitrust: “La decisione di dare maggiore rilievo alla beneficenza e di legarla alle vendite è invece da ascrivere a Fenice”.

In tale ottica è interpretabile la dichiarazione stampa effettuata da Balocco: dopo aver ammesso di essere dispiaciuti dal fatto che il progetto sia stato frainteso da molti, ecco che collaboreranno con le autorità in quanto sono sicurissimi che la loro buona fede prevarrà.