Chiara Ferragni in lacrime si scusa per il pandoro: ma il punto sono i soldi?

Chiara Ferragni, alla fine, chiede scusa per la vicenda del pandoro rosa, e annuncia una mega donazione all'ospedale: ma siamo certi che sia questo il punto?

Chiara Ferragni in lacrime si scusa per il pandoro: ma il punto sono i soldi?

È una Chiara Ferragni diversa da quella di qualche giorno fa, quando tuonava che avrebbe impugnato il provvedimento nelle opportune sedi, quella comparsa oggi su Instagram. Quasi in lacrime, con il viso provato e un filo di trucco, un maglioncino grigio dimesso e la voce rotta dal pianto che sta per scoppiare, Chiara Ferragni finalmente chiede scusa a tutti per la vicenda dei pandori Balocco.

Sono sempre stata convinta che chi è più fortunato ha la responsabilità morale di fare del bene. Questi sono i valori che hanno sempre spinto me e la mia famiglia. Questo è quello che insegniamo ai nostri figli. Gli insegniamo anche che si può sbagliare, e che quando capita bisogna ammettere, e se possibile, rimediare all’errore fatto e farne tesoro”, dice Ferragni in un lungo videomessaggio su Instagram. “Ed e quello che voglio fare ora. Chiedere scusa e dare concretezza a questo mio gesto: devolverò un milione di euro al Regina Margherita per sostenere le cure dei bambini“.

Ed è certamente un passo avanti, dopo il “mi opporrò a un provvedimento che ritengo ingiusto nei miei confronti” della prima ora, anche se Ferragni continua a sostenere che la disposizione dell’AGCM sia “sproporzionata e ingiusta“. Certamente il cambio di passo è dettato da una più profonda riflessione, ma anche dai follower persi in queste ore e dalla valanga di commenti negativi che hanno invaso gli account suoi e di suo marito Fedez. “Purtroppo si può sbagliare, mi spiace averlo fatto e mi rendo conto che avrei potuto vigilare meglio“, dice, parlando di un generico “errore di comunicazione“, spiegazione che in effetti fa un po’ acqua in un’operazione che – a giudicare dallo scambio di mail con Balocco – era partita male già in origine, molto prima della comunicazione.

Panettoni degli chef: online è impossibile capire dove (o da chi) sono prodotti Panettoni degli chef: online è impossibile capire dove (o da chi) sono prodotti

Il mio errore rimane ma voglio far si che da questo errore si generi qualcosa di costruttivo e di positivo“, dice l’imprenditrice digitale, annunciando appunto la donazione di un milione di euro all’ospedale Regina Margherita, e la cifra fa indubbiamente effetto, e fa ancora più effetto pensare che qualcuno possa privarsene così, dall’oggi al domani, in un colpo solo. Ma si sa, la vita degli influencer è indubbiamente più scintillante della nostra.

Cosa c’entra la Ferragni con i panettoni degli chef?

Ben venga dunque la donazione da un milione di euro, che sicuramente serviranno al Regina Margherita e ai bambini che lì vengono curati ogni giorno. Ma siamo sicuri che il tema qui fosse una questione di soldi? Perché il problema, che accomuna Chiara Ferragni ad alcuni chef di cui abbiamo parlato in questi giorni a proposito dei loro panettoni, è semmai la mancanza di chiarezza nei confronti del consumatore.

E quella non si risolve con un milione di euro, ma con un cambiamento culturale. Perché a fronte di un pandoro che scopriamo essere “commercialmente ingannevole” perché sembra legato a un’operazione di beneficenza e invece non lo è, abbiamo decine di panettoni che sembrano prodotti dalle sante manine degli chef (con tanto di video in cui impastano) e poi non lo sono.

Ecco, questo tipo di problemi non si risolvono con un milione di euro, né di multa né donati di propria spontanea volontà. Per carità, le scuse aiutano e servono, se accompagnate da un pentimento vero e dalla consapevolezza che i consumatori sono un bene da tutelare, e non un soggetto da coinvolgere in operazioni che si approfittano della loro buona fede. Perché se proprio di operazioni fatte in buona fede si vuole parlare, la prima buona fede da chiamare in causa sarebbe quella di chi mette mano al proprio portafogli per una buona causa, o per un panettone firmato.