Cozze e vongole contro il riscaldamento globale? Secondo uno studio il guscio assorbe la CO2

Combattere il riscaldamento globale a suon di vongole e cozze? Secondo uno studio italiano potrebbe essere possibile.

Cozze e vongole contro il riscaldamento globale? Secondo uno studio il guscio assorbe la CO2

Combattere il riscaldamento globale puntando tutto sull’acquacoltura: secondo uno studio condotto dal gruppo di Ecologia del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione dell’Università di Ferrara il guscio di molluschi come vongole o cozze sarebbe in grado di immagazzinare anidride carbonica fino a un totale complessivo di 254 grammi per chilogrammo, sottraendole di fatto all’ambiente. La ricerca, poi pubblicata sulla rivista scientifica Science of The Total Environment, ha preso in esame la capacità di cattura di carbonio da parte delle comuni vongole veraci e mitili allevati nella Sacca di Goro, primo sito di produzione in Europa e che da questa estate è protesta da una Area di tutela biologica da un’estensione di circa 67 mila metri quadrati, e concluso che se le attività di questo tipo fossero inserite nel sistema dei crediti verdi potrebbero generare un risparmio di emissioni dal valore di un milione di euro l’anno.

vongole lavate

“La molecola di Co2 biocalcificata nel guscio è intrappolata in forma insolubile e rimossa dall’ecosistema marino al momento della raccolta dei molluschi. In tutta la fase di accrescimento, le vongole risultano ad impatto zero” ha spiegato a tal proposito Elena Tamburini, responsabile della ricerca. D’altronde, i numeri non mentono: per essere “prodotte” le vongole necessitano di un totale complessivo di appena 22 grammi di anidride carbonica, con una differenza netta di 232 grammi. Risultati analoghi anche per i gusci delle cozze, che invece “mangiano” 146 i grammi di CO2 a fronte dei 55 grammi emessi per l’allevamento, con una differenza di 91 grammi per ogni chilo.

“La ricerca ha messo in evidenza che grazie alla produzione di vongole negli ultimi 35 anni” ha aggiunto  il vicepresidente Fedagripesca-Confcooperative Emilia Romagna, Vadis Paesanti. “I nostri produttori hanno sottratto all’ambiente quasi un terzo di tutte le emissioni di gas serra prodotte localmente”. In altre parole, mentre qualcuno tassa i rutti, qualcun altro pensa a rimangiarseli.