È lotta tra San Siro e i suoi ambulanti: sarà la fine del panino post-partita?

La società che gestisce le attività esterne allo stadio vorrebbe più poteri decisionali, ma gli ambulanti non ci stanno: oggi la protesta durante Milan-Bari.

È lotta tra San Siro e i suoi ambulanti: sarà la fine del panino post-partita?

Per alcuni sono gli “zozzoni”, per altri i “luridi”, ma questi epiteti sono tutt’altro che derogatori: i venditori di panini ambulanti sono una sottocultura gastronomica a parte, e chi viaggia seguendo la sua passione per lo sport o vive la notte ne ha una conoscenza pari a quella di una guida ristoranti.

Con l’avvento della moda dello street food anche questi operatori si sono adeguati, ma il panino con salsiccia, cipolle, peperoni e salse varie, rigorosamente accompagnato da birra industriale a temperature glaciali resta un caposaldo all’uscita degli stadi. A San Siro però è in corso un tira e molla tra chi si occupa della gestione delle attività intorno allo stadio e l’associazione di ambulanti, mettendo a rischio questo rito immancabile.

San Siro vs. ambulanti

Da una parte c’è M-I Stadio, società che gestisce, per conto di Inter e Milan le aree esterne allo stadio in cui operano 64 attività ambulanti (di queste il 65% sono dedicate alla ristorazione), il cui piano prevede la modifica unilaterale del contratto che implicherebbe la chiusura delle 22 bancarelle di merchandising, ambito di cui M-I Stadio e le società sportive vorrebbero occuparsi direttamente, dando loro anche la possibilità di esclusione delle attività a loro insindacabile giudizio.

“Abbiamo offerto il rinnovo a tutti i 64 operatori, confermando le postazioni, riducendo i canoni e adeguando l’offerta al settore food, in linea con le nuove disposizioni. Le modifiche riguardano soltanto le 20 bancarelle dedicate al merchandising, per le quali si propone la conversione in food and beverage”, dichiara M-I Stadio.

C’è uno stadio in cui hanno cambiato colore al ketchup per motivi calcistici C’è uno stadio in cui hanno cambiato colore al ketchup per motivi calcistici

Dall’altra c’è il Consorzio Operatori Stadio Milano che, rappresentato dal presidente del CdA Luigi Leanza, si oppone con forza, arrivando a portare il confronto in prefettura in una data ancora da stabilire.

Il contratto è scaduto il 31 luglio e il campionato è alle porte: la prima giornata si giocherà il 23 agosto, ma la stagione calcistica è iniziata già ad agosto con la Coppa Italia, e il 17 luglio a San Siro si svolgerà Milan-Bari, e le associazioni di categoria prevedono una protesta, come comunica in una nota Giacomo Errico, presidente di Apeca e Fiva Confcommercio, e anche portavoce del Comitato dei lavoratori ambulanti di San Siro: “torneremo a occupare gli spazi concordati, che ogni anno costano complessivamente agli ambulanti 860 mila euro. Tuttavia dopo il deflusso dei tifosi ci posizioneremo di nuovo a tre metri da ciascun ingresso dello stadio e resteremo lì finché non si arriverà a un accordo definitivo”.

Giappone, allo stadio si mangia pizza con kiwi e salsiccia Giappone, allo stadio si mangia pizza con kiwi e salsiccia

Il fatto che a “sacrificarsi” siano solo le attività legate alla vendita del merchandising non è argomento di trattativa per Errico, bensì una minaccia di creare un grave precedente: “non ci siamo divisi: il mix merceologico è essenziale. Oggi tocca ai venditori di articoli da stadio, domani potrebbero imporre ai paninari di vendere solo certe birre o panini, fino ad arrivare a sostituire anche loro”.

Per domani 18 agosto è previsto un nuovo incontro tra le parti, ma una soluzione che soddisfi entrambi sembra ancora lontana.