Epidemia di salmonella? E ora vietiamo i pomodori!

Le indagini su 437 casi di Salmonella negli ultimi due anni puntano alla produzione siciliana: in attesa di ulteriori accertamenti, sarà sufficiente un po' di buon senso.

Epidemia di salmonella? E ora vietiamo i pomodori!

Un recente report congiunto pubblicato da Ecdc, l’agenzia Ue dedicata alla prevenzione e al controllo delle malattie infettive, ed Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha fatto il punto sull’esteso focolaio transfrontaliero di Salmonella Strathcona: le indagini condotte nell’arco di tre anni, dal 2023 al 2025, hanno evidenziato in modo costante come i pomodorini provenienti dalla Sicilia siano con ogni probabilità la fonte dell’infezione.

Salmonella dai pomodorini: cosa sta succedendo?

pomodori campo

L’aggiornamento della valutazione rapida congiunta, richiesto dalla Commissione europea lo scorso settembre, copre un periodo che va dal 2023 fino al 30 settembre 2025, durante il quale sono stati confermati ben 437 casi di Salmonella Strathcona in 17 Paesi dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo, un numero che registra 205 casi in più rispetto alla prima valutazione rapida del focolaio pubblicata il 12 novembre 2024. I paesi più colpiti sono stati l’Italia, con 123 casi, seguita dalla Germania con 113 e dall’Austria con 76. Altri casi sono stati segnalati anche da Paesi esterni all’UE, tra cui Regno Unito, Canada e Stati Uniti. L’Italia, inoltre, è risultata essere il Paese più visitato tra i casi correlati ai viaggi, rappresentando il 66% (57 su 86) dei casi.

Gli esperti ribadiscono che i pomodorini siciliani rimangono i principali sospettati, un nesso identificato sia nell’epidemia del 2023 in Austria che in quella del 2024 in Italia. Questo scenario poi ricorda l’epidemia sviluppatasi in Danimarca nel 2011, dove i pomodorini siciliani furono anche in quel caso il veicolo di infezione. Dando ulteriore robustezza a questa ipotesi, l’Autorità per la sicurezza alimentare italiana ha condotto indagini approfondite che hanno portato al rilevamento del ceppo Strathcona in un campione di acqua di irrigazione raccolto presso un produttore di pomodori in Sicilia: la scoperta ha quindi confermato come l’ambiente abbia contribuito alla diffusione della contaminazione.

Salmonella nei pomodorini in alcune mense fiorentine: scattano le perquisizioni Salmonella nei pomodorini in alcune mense fiorentine: scattano le perquisizioni

Già dopo i primi casi del 2023 la Commissione Europea ha avviato degli audit che hanno provocato un immediato aumento dei controllo sanitari, mentre il Ministero della Salute ha aumentato le operazioni sul territorio e collaborato con la GDO per codice di condotta sui prodotti freschi specificando, con una circolare del 30 ottobre 2024 che questi prodotti, definiti “di prima gamma”, debbano essere esposti con la chiara indicazione della necessità del “lavaggio prima del consumo” se mangiati crudi, in maniera ben distinta da quelli in busta, la cosiddetta “quarta gamma”, venduti già lavati.

La circolare ha inoltre sottolineato come il cambiamento climatico influisca su queste emergenze: episodi come la siccità prolungata in Sicilia possono infatti aver determinato l’uso di acque irrigue “non propriamente pulite”. La notizia positiva è che gli audit successivi condotti in Sicilia dall’Autorità nazionale per la sicurezza alimentare hanno individuato “significativi miglioramenti” nel personale e nelle attività di controllo, ma il problema a monte resta: i piani per la gestione delle acque di irrigazione in Sicilia resta drammaticamente inefficienti.

Salmonella nel wurstel? Il salumificio Scarlino finisce nella bufera Salmonella nel wurstel? Il salumificio Scarlino finisce nella bufera

Di fronte a queste conclusioni, il Consorzio di Tutela del Pomodoro di Pachino Igp, il più rappresentativo del territorio, non si trova però d’accordo, e il suo presidente Sebastiano Fortunato vuole essere molto chiaro: “ci teniamo a precisare che nessuna segnalazione è giunta a tale proposito dai nostri associati”. Non solo, secondo Fortunato “se ci fosse stata una problematica di tale gravità ce ne saremmo certamente accorti, visto che mangiamo il nostro pomodoro ogni giorno. Non si può non rilevare come gli attacchi al pomodoro italiano si stiano sempre più intensificando, quasi ci fosse una precisa strategia per affossare un prodotto che tutto il mondo ci invidia”.

Il problema, secondo Fortunato, viene da lontano: “ciò che certo è che siamo ogni giorno schiacciati dalla concorrenza sleale messa in atto da paesi extra UE che inondano l’Europa di pomodoro a prezzi insostenibili per il sistema lavorativo italiano, con disciplinari che consentono l’uso di fitofarmaci che in Italia sono vietati da decenni”.

Quali sono i rischi del formaggio a latte crudo e come ci protegge la legge Quali sono i rischi del formaggio a latte crudo e come ci protegge la legge

In attesa di ulteriori indagini volte a verificare l’ipotesi che i piccoli pomodori siciliani siano il veicolo di infezione per tutti i nuovi casi, Ecdc ed Efsa raccomandano ai consumatori di seguire corrette pratiche igieniche, tra cui lavare accuratamente le mani, sciacquare con attenzione i prodotti freschi ed evitare la contaminazione incrociata.

Di fronte a casi come questi le raccomandazioni sono sempre utili, e la preoccupazione del cliente finale è giustificata ma, come si vede, le buone pratiche e il rispetto di regolamenti già in vigore possono bastare a risolvere il problema: ci auguriamo quindi che non si diffonda nei confronti delle verdure crude lo stesso stigma dei formaggi a latte crudo, in cui alcuni casi -tragici ed evitabili- hanno provocato una caccia alle streghe in cui si auspica addirittura l’eliminazione di molti capolavori della nostra arte casearia. Come sempre, informare e informarsi, senza allarmismi né pregiudizi resta la soluzione migliore.