Ferrero, il Progetto Nocciole Italia arriva nelle Marche con la Cooperativa Agricola Montesanto

Ferrero porta il Progetto Nocciole Italia nelle Marche, grazie all'accordo con la Cooperativa Agricola Montesanto

Ferrero, il Progetto Nocciole Italia arriva nelle Marche con la Cooperativa Agricola Montesanto

La Ferrero fa sbarcare il suo Progetto Nocciole Italia anche nelle Marche. È stato, infatti, stretto un accordo con la Cooperativa Agricola Montesanto di Potenza Picena, per la creazione di un centro di aggregazione e di raccolta delle nocciole che saranno poi usate per i prodotti dell’azienda di Alba.

Il Progetto Nocciole Italia è stato ideato da Ferrero Halzelnut Company, divisione interna del Gruppo Ferrero dedicata proprio alla nocciola, per poter sviluppare una filiera nel settore corilicolo di qualità e 100% italiana. Recentemente la Ferrero era finita nel mirino delle critiche proprio per l’utilizzo di nocciole non italiane. Il progetto probabilmente vuole essere un modo per riportare la nocciola italiana al centro della produzione dell’azienda di Alba, stringendo accordi con cooperative che provengono da ogni parte d’Italia. Italia che, dopo la Turchia, è al secondo posto per produzione mondiale, con quote del 10-15% (la Turchia è al 70%).

Le Marche sono l’ultima regione in ordine di tempo a entrare a far parte del Progetto Nocciola Italia. La Cooperativa Agricola Montesanto di Potenza Picena, composta da 20 soci, ha siglato un contratto con la Ferrero che acquisterà fino al 2037 il 75% della produzione a un prezzo minimo garantito che si basa sui costi di produzione, rivisto ogni tre anni.

La prima fase del progetto che coinvolge le Marche vuole puntare a ricoprire tutta l’area del Centro e del Sud della regione, per poi estendersi man mano anche nell’area nord. Tra le province di Macerata, Ascoli Piceno, Fermo, Ancona saranno 120 gli ettari di terreno coltivati a noccioleti.

Ferrero e Montesanto sottolineano che il noccioleto può garantire prospettive di reddito certe, grazie alla scarsa manodopera indispensabile per la produzione e la lunga durata dell’impianto. La Regione Marche, continuano le due aziende, si prestano bene al progetto, come dimostrato dagli appezzamenti già piantati negli anni passati, grazie al territorio collinare e di prima montagna di aree coperte di alberi di nocciolo selvatico produttivi.