Firenze, giornata di sciopero per i rider: tutto fermo per ricordare Sebastian Galassi

La Firenze dei rider si ferma per ricordare Sebastian Galassi, deceduto qualche giorno fa in seguito a un incidente stradale.

Firenze, giornata di sciopero per i rider: tutto fermo per ricordare Sebastian Galassi

La Firenze dei rider si ferma per ricordare Sebastian Galassi, ragazzo di appena 26 anni deceduto appena una manciata di giorni fa in seguito a un brutale incidente stradale avvenuto nel quartiere di Rovezzano. Galassi, impegnato di fatto in una consegna per conto della società di delivery Glovo, ha finito per scontrarsi contro un grosso suv, perdendo la vita poche ore dopo in ospedale: il suo decesso, che come accennato è a tutti gli effetti avvenuto in un contesto lavorativo, ha riunito i centauri fiorentini in una giornata di commemorazione e proteste, dove una sola voce si leva compatta: quella che richiede più diritti e tutele.

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Lo sciopero ha in programma un presidio alle ore 18 in piazza Sant’Ambrogio, e gli enti organizzatori – Cgil Firenze, Filcams Cgil Firenze, Filt Cgil Firenze, Nidil Cgil Firenze – hanno chiesto alla cittadinanza di unirsi simbolicamente alla protesta non effettuando ordini per l’intera giornata.

“Anch’io parteciperò” ha commentato  l’ex governatore della regione Enrico Rossi, suggerendo di applicare quanto prima il cosiddetto modello spagnolo: “Il governo socialista della Spagna ha approvato una legge che obbliga le società di consegne a domicilio- in conformità con quanto chiede l’Europa- a stipulare con i fattorini contratti da dipendenti e non più da lavoratori autonomi” spiega Rossi. “È evidente che in un rapporto di lavoro dipendente, flessibile quanto si vuole negli orari, non sarebbe difficile per i sindacati contrattare una paga oraria dignitosa corrispondente ad una umana quantità di lavoro oraria”.

Rossi non si sbaglia: appena un paio di settimane fa, infatti, vi raccontammo di come le autorità governative spagnole avessero multato Glovo – per malizia del destino la stessa società per conto di cui lavorava Galassi – per 79 milioni di euro per non aver assunto come dipendenti regolari i propri rider.