Foie gras coltivato: da Tokyo arriva l’alternativa creata in laboratorio

Una start-up di Tokyo ha realizzato una prova d'assaggio del suo foie gras coltivato: l'alternativa creata in laboratorio avrà convinto i tester?

Foie gras coltivato: da Tokyo arriva l’alternativa creata in laboratorio

Andiamo a Tokyo perché qui una start-up nipponica che si dedica alla biotecnologia ha creato un foie gras coltivato in laboratorio. Inoltre la IntegriCulture, questi il nome della start-up con sede proprio nella capitale giapponese, ha deciso di organizzare anche una prova d’assaggio. Il foie gras coltivato avrà lo stesso sapore di quelle derivante dal fegato di oche reali?

Foie gras coltivato: prova d’assaggio

foie gras

La start-up IntegriCulture ha seguito la tendenza del momento, cioè quella di cercare di proporre sul mercato alternative alla carne d’allevamento, ma senza rinunciare alla carne vera. Quando si parla di alternative alla carne d’allevamento, vengono subito in mente le alternative vegetali. Ma quella, checché ne dicano, non è carne vera.

Per ovviare al problema, adesso molte aziende stanno creando carne vera in laboratorio, sfruttando le tecnologie di coltivazione cellulare.

Si parte da cellule originarie animali e da lì si può produrre tutta la carne vera che si vuole, senza dover per forza allevare e macellare gli animali. La start-up di Tokyo si è concentrata sul creare una tecnologia per usare le cellule del fegato delle oche per produrre un foie gras coltivato in laboratorio.

Una volta ricreati i primi prototipi, ecco che si è resa necessaria una prova d’assaggio. Lo scorso martedì uno chef ha preparato in un hotel di Tokyo due tipi di sformato con una crema pasticcera all’uovo: uno dei due conteneva il foie gras coltivato, l’altro no.

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Quindici persone del team di sviluppo si sono sacrificate e hanno assaggiato i due piatti. Dopo aver esaminato attentamente i sapori e le consistenze, hanno fornito una prima valutazione. Uno dei tester ha affermato che il piatto sapeva di foie gras, anche se il profumo non sembrava essere così intenso come con quello derivante dalle oche. Un altro, invece, ha affermato che ha potuto assaporare quel foie gras come se fosse quello d’allevamento.

Se effettivamente questo progetto andasse in porto, si potrebbe produrre foie gras evitando di distruggere il fegato delle oche (alcuni paesi hanno bandito il foie gras per via dei suoi metodi di produzione “crudeli”, ma non tutti). Il problema, però, è sempre lo stesso: attualmente la carne coltivata costa di più di quella vera (anche le alternative vegetali alla carne, le cosiddette “carni non carni”, tendono a costare di più).

La start-up ha spiegato che, al momento, produrre 100 grammi di questo foie gras coltivato costa più di 200 dollari (figuriamoci quanto potrebbe costare, ipoteticamente, al consumatore finale). Tuttavia l’azienda mira a ridurre i costi a 2 dollari fra circa tre anni.

Hanyu Yuki, il CEO di IntegriCulture, ha affermato che un solo boccone di questo foie gras coltivato lo ha convinto che il “prodotto andrà bene” (beh, sarebbe stato strano se avesse affermato il contrario). Yuki ha poi continuato aggiungendo che l’azienda continuerà a sviluppare la tecnologia in tal senso, in modo da poter offrire del foie gras economico e sicuro quando finalmente in Giappone le normative sulla carne coltivata in laboratorio saranno effettive.