Glovo dovrà assumere il rider licenziato: è un dipendente, dice il Tribunale di Milano

Lo ha deciso il Tribunale di Milano: Glovo dovrà riassumere un rider licenziato in quanto questa categoria deve essere considerata alla stregua di dipendenti

Glovo dovrà assumere il rider licenziato: è un dipendente, dice il Tribunale di Milano

Batosta per Glovo: il Tribunale di Milano ha sentenziato che un rider, seppur collaboratore, in realtà ha gli stessi diritti di un dipendente. Per questo motivo la piattaforma di consegne a domicilio non solo è stata costretta a reintegrare il ride che aveva allontanato, ma ha anche dovuto assumerlo dandogli uno stipendio in base a quanto stabilito dal contratto collettivo nazionale del commercio, ridargli gli stipendi e contributi dell’anno in cui lo ha lasciato e dovrà pure pagare tutte le spese processuali.

Glovo: i rider sono come dipendenti

glovo

Per dare la sentenza, il Tribunale di Milano si è affidato a un’interpretazione dell’articolo 2 del Jobs Act, interpretazione fra l’altro già fornita anche dalla Corte di Cassazione nel 2020 nel caso di cinque ex rider di Foodora (non cercate quest’app di food delivery perché nel frattemp in Italia è stata chiusa ed è passata a Foodinho, società connessa a Glovo qui da noi).

Secondo quell’interpretazione, i collaboratori che lavorano per un’azienda con continuità e che vengono organizzati dal committente con indicazioni in merito a tempi e luoghi di lavoro, devono avere le stesse condizioni dei lavoratori subordinati. In questo caso si parla di etero-organizzazione, cioè di quei lavoratori che sono a metà strada fra un dipendente vero e un collaboratore esterno (e ce ne sono tanti qui da noi così, tutte le cosiddette “finte partite IVA” potrebbero rientrare tranquillamente in questa definizione).

Pertanto i rider fanno parte di questa categoria, motivo per cui bisogna trattarli come se fossero lavoratori subordinati. Al giudice Riccardo Anastasio del Tribunale del lavoro di Milano questa lettura è piaciuta ed ecco che non solo l’ha applicata al suo caso, ma è andato anche oltre.

Visto che la sentenza ha accertato l’effettivo rapporto di collaborazione del rider, ha deciso di riconoscergli tutti i diritti dei lavoratori subordinati. Ma perché Glovo aveva allontanato il rider? Tutto era successo un anno fa Glovo aveva deciso di rescindere il contatto con un rider di 30 anni in quanto reo, secondo l’azienda, di aver compiuto degli atti illegittimi durante il turno di lavoro.

Solo che il Tribunale non ha ravvisato negli atti del rider nessuna violazione o atto illegittimo, per cui ha deciso di considerare quella che era nata come una collaborazione come se fosse un lavoro subordinato. Così ecco che quel contratto part time diventa un contratto a tempo pieno, mentre il fattorino è passato dai contratti della logistica a quelli del commercio, con un netto miglioramento delle condizioni.

Per il rider questo ha voluto dire farsi riassumere con un contratto a tempo pieno migliore, con un salario più alto e ricevendo anche un’indennità risarcitoria di 717,88 euro lordi mensili da corrispondere dalla data di licenziamento fino a quella di reintegro, con tutti gli interessi del caso. Inoltre Glovo dovrà anche versare tutti i contributi previdenziali e assistenziali dal giorno del licenziamento a quello del reintegro.

Ah, ovviamente Glovo non è stata contenta della cosa e sta decidendo come procedere oltre in giudizio. E comunque anche in Spagna Glovo si è beccata una multa da 79 milioni di euro per non aver assunto i rider come dipendenti. Inoltre anche nel 2020 il Tribunale di Palermo aveva costretto Glovo ad assumere un rider precedentemente licenziato.