Glovo, Palermo: il Tribunale impone di assumere un rider come dipendente

Il Tribunale di Palermo tramite sentenza ha imposto a Glovo di riassumere come dipendente il rider licenziato mesi prima. Si tratta di una sentenza storica.

Glovo, Palermo: il Tribunale impone di assumere un rider come dipendente

Sentenza storica del Tribunale di Palermo: è stato imposto a Glovo di assumere un rider come dipendente. Anzi, di ri-assumere visto che era stato “licenziato” mesi prima. In pratica con questa sentenza Glovo sarà obbligato non solo ad assumere il suo rider alla stregua di un dipendente, a tempo pieno e indeterminato, ma anche a pagarlo con uno stipendio orario e non a cottimo, applicando i minimi salariali. Si tratta di una sentenza storica perché per la prima volta in Italia una piattaforma di food delivery è costretta a riconoscere la subordinazione di un fattorino.

Il rider in questione aveva cominciato a lavorare per Glovo a fine 2018: dieci ore al giorno a fare su e giù in sella, ma pagato con tariffe a consegna. Questo vuol dire che il rider guadagnava solo in base ai pasti trasportati e non per il tempo che stava, effettivamente, a disposizione.

In questo lasso di tempo il rider era diventato anche un sindacalista, avvicinandosi alla Nidil. A marzo 2020, poi, il fattorino aveva rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa locale che non erano state particolarmente gradite da Glovo. Non potendolo licenziare, perché, de facto, non era assunto, in pratica Glovo lo aveva disconnesso: gli era stato preclusa la possibilità di fare login e quindi di ottenere degli ordini.

Così il rider, sostenuto anche dalla Nidil Cgil di Palermo, aveva fatto ricorso al Tribunale. A seguito di ciò, Glovo lo aveva riconnesso al sistema: in questo modo il fattorino aveva potuto riprendere a lavorare.

Ma la Cgil non si era accontentata: a questo punto bisogna dimostrare che questi rider erano dei veri e propri dipendenti che venivano falsamente considerati come lavoratori autonomi solo per risparmiare sui costi.

Così si arriva a fine ottobre quando il giudice propone a Glovo di assumere il rider come dipendente, in modo da concludere tutto con una conciliazione.

Ma Glovo aveva rifiutato e quindi ecco che si è arrivati alla sentenza definitiva, secondo la quale fra Glovo e il rider esiste un rapporto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato che, come tale, va inquadrato nel sesto livello del ccnl Terizario Distribuzione e Servizi.

Pertanto, non solo Glovo è costretta a reintegrare il fattorino nel suo posto di lavoro e assumerlo con contratto da dipendente, ma deve anche pagare 13mila euro di “differenze retributive”.

Nel frattempo vanno anche avanti le trattative per quanto riguarda il contratto nazionale dei rider. Quello siglato fra Assodelivery e Ugl considera i rider sempre come autonomi, con pagamento basato sul numero di consegne. Tale accordo, però, non era piaciuto a tutte le piattaforme di delivery: Just Eat si era svincolata e aveva dichiarato che nel 2021 avrebbe assunto i fattorini come dipendenti.

E’ innegabile, a questo punto, che il 2020 possa essere considerato come l’anno zero per i rider, quello in cui, forse, un po’ di cose cambieranno.