“Grasso”: eliminata la parola dai libri di Roald Dahl

L'editore Puffin ha deciso di eliminare parole come grasso, brutto o pazzo da tutti i libri di Roald Dahl, nell'ottica di una maggior inclusività. Ma sarà proprio così?

“Grasso”: eliminata la parola dai libri di Roald Dahl

A quanto pare la casa editrice Puffin ha deciso di eliminare dai libri di Roald Dahl alcune parole troppo politically scorrect. Quali? Beh, nelle edizioni in lingua inglese de La Fabbrica di Cioccolato, Matilde e Le Streghe non si trovano più parole come “grasso”, “brutto” o “pazzo”. Perché? Secondo la casa editrice perché così si è più inclusivi e meno discriminatori. E c’è già chi parla di censura.

Grasso: via questa parola dai libri di Roald Dahl

Roald Dahl libri

Forse censura è un termine un po’ forte, certo è che molti utenti si sono lamentati del fatto che, in tal modo, si va ad interferire con quanto scritto dall’autore. Secondo la casa editrice, i testi sono stati “riscritti” per garantire che i libri di Dahl “possano continuare ad essere apprezzati da tutti oggi”. Ecco, questo è proprio quanto i lettori contestano alla casa editrice: come tale non ti puoi permettere di “riscrivere” un testo, devi limitarti a tradurre, non a modificare.

In questa sua manovra la Puffin è stata comunque sostenuta anche dalla Roald Dahl Story Company, la società che gestisce il copyright dei libri dello scrittore. Secondo la compagnia, nonostante l’eliminazione di queste parole, “l’irriverenza e lo spirito tagliente” dei libri originali non sono andati perduti. No, solo modificati.

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Più nel dettaglio, la parola “grasso” è stata cancellata da tutti i libri di Dahl. Per esempio in Charlie e La Fabbrica di Cioccolato, Augustus Gloop non è più “enormemente grasso”, ma solo “enorme” (quando decideranno che anche “enorme” non va bene voglio vedere che giro di parole useranno). Zia Sponge, presente in James and the Giant Peach, non è più “quella grassa”.

Un’altra parola rimossa è “brutto”. La signora Twit di The Twits non è più “brutta e bestiale”, ma solo “bestiale”. Eliminati anche i termini “pazzo”. Ma la casa editrice, non paga, ha deciso di modificare altri dettagli. In Charlie e la fabbrica di cioccolato qualcosa che era definito come “non signorile” è diventato “poco dignitoso”.

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Stesso trattamento hanno subito alcuni riferimenti a personaggi femminili. Ricordate in Matilda che Miss Trunchbull era definita “la donna più formidabile”? Adesso è solo “una donna formidabile”. Nel libro Le Streghe c’è un paragrafo che le descrive come donne calve con le parrucche. Ecco, la casa editrice ha ritenuto opportuno aggiungere una nota nella quale spiega che “Ci sono molte altre ragioni per cui le donne potrebbero indossare parrucche e non c’è niente di sbagliato in questo”.

Ma non pensiate che sia finita qui. Rispetto al genere, hanno preferito optare per termini neutri. Per esempio, “madri e padri” sono diventati “genitori”, mentre i “Cloud-Men” di James and the Giant Peach sono diventati “Cloud-People”.

Un rappresentante della Roald Dahl Story Company si è giustificato sostenendo che la scelta è stata fatta per permettere alle storie e ai personaggi dello scrittore di essere apprezzate da tutti i bambini. Quando vengono pubblicate nuove tirature di libri scritti anni fa, non è insolito decidere di aggiornare il linguaggio e i dettagli. Il loro principio guida è stato quello di mantenere le trame, i personaggi e l’irriverenza del testo originale, apportando piccole modifiche solo per il linguaggio.

Ovviamente non tutti i lettori sono stati felici di ciò. Adattare è un conto, eliminare e censurare del tutto è al limite con lo snaturare l’opera originale. Forse questa storia del politically correct sta sfuggendo leggerissimamente di mano. Al posto che censurare, non sarebbe meglio insegnare ai bambini come interpretare e usare determinati aggettivi?