Hamburger, uno e mezzo in meno la settimana: la formula per salvare il pianeta

Secondo i calcoli del World Resources Institute, per salvare il pianeta dovremmo mangiare un hamburger e mezzo in meno a settimana a testa.

Hamburger, uno e mezzo in meno la settimana: la formula per salvare il pianeta

La formula per salvare il pianeta è semplice: parlando di hamburger, mangiandone uno e mezzo in meno la settimana farebbe già la differenza. A dirlo è un calcolo realizzato dal World Resources Institute e riportato poi dalla CNN. Questa organizzazione no-profit cerca di trovare modi migliori per usare le risorse naturali. Nel suo report Creating a Sustainable Food Future si è concentrata sulle lacune della produzione alimentare e sulla domanda globale di cibo, suggerendo anche diverse raccomandazioni concrete su come prevenire una catastrofe.

Secondo il report, gli americani dovrebbero tagliare il consumo medio di carne di manzo di circa il 40%, mentre gli europei del 22%. Solo in questo modo il mondo potrà continuare a nutrire i 10 miliardi di persone che dovrebbero vivere sul pianeta nel 2050. Il fatto è che con il tasso di crescita attuale della popolazione globale, la domanda di cibo verrà presto superata dalla crescita della popolazione, aumentando di circa il 50% visto che si prevede un aumento del reddito delle persone nei paesi in via di sviluppo.

Tutto ciò aumenterà la domanda di carne e prodotti lattiero-caseari di quasi il 70%, mentre la richiesta globale di carne di manzo, pecora e capra arriverà all’88%. Per tenere il passo con queste richieste di cibo, gli agricoltori dovranno produrre il 56% in più di raccolto rispetto al 2010, il che vuol dire una superficie grande quasi due volte l’India.

Secondo gli autori del report, ci sono diversi modi per impedire alle persone di morire di fame e per tenere a bada la crisi climatica. Tuttavia il modo più efficace potrebbe essere quello di ridurre il consumo di carne bovina. Questo perché la produzione di carne di manzo, pecora e capra consuma molte terre e risorse, producendo molti gas serra. Fra i fattori da tenere in considerazione c’è il fatto che i bovini crescono e si riproducono più lentamente rispetto a maiali e pollame, il che vuol dire che hanno bisogno di mangiare di più e che hanno bisogno di più acqua e terra.

I dati parlano chiaro: i bovini da soli sono responsabili del 41% delle emissioni di gas serra per quanto riguarda gli allevamenti di bestiame e tali allevamenti coprono il 14,5% delle emissioni globali, secondo quando dichiarato dalle Nazioni Unite. In particolare, negli Stati Uniti la carne bovina rappresenta solamente il 3% circa delle calorie assunte con la dieta, ma sfrutta il 43% del terreno degli Stati Uniti destinato all’agricoltura.

Questo vuol dire rinunciare agli hamburger? No, ma basterebbe diminuirne il consumo per fare la differenza. Un hamburger e mezzo in meno a settimana aiuterebbe, ma non solo. L’ambiente potrebbe essere preservato ulteriormente passando ai cibi vegetali (non a caso le grandi catene adesso si stanno dedicando ai prodotti vegetali sostitutivi della carne), ma non è indispensabile: la maggior parte dei benefici su clima e utilizzo del suolo rimarrebbero anche nel caso le persone decidessero di mangiare un po’ meno manzo e sostituirlo con più pollo e maiale.

Ovviamente non tutti sono concordi con questo report: la National Cattlemen’s Beef Association lo ha fermamente contestato, ricordando a tutti che il manzo è sostenibile dal punto di vista ambientale in quanto i bovini svolgono un importante ruolo nel nostro sistema alimentare, migliorando le piante non commestibili con proteine di alto valore biologico. Secondo questa associazione, una miglior sostenibilità potrebbe essere garantita dalla riduzione degli sprechi alimentari, da un minor consumo di calorie e da pasti più equilibrati. Non certo eliminando del tutto singoli alimenti come la carne bovina. Chi avrà ragione?

[Crediti | CNN]