Il pollo fritto, in Corea del Sud, è una cosa seria. E non solo perché i foodies di tutto il mondo riconoscono ormai la superiorità del Dakgangjeong, croccantissimo grazie alla “panatura” in fecola di patate e poi glassato con una salsa agrodolce e piccante, ma perché si tratta di un vero termometro sociale.
Dopo anni di aumenti infatti, le tre principali catene di supermercati del paese, Emart, Homeplus e Lotte Mart, sono intervenute scatenando tra di loro una guerra al ribasso dei prezzi, scendendo a cifre che non si vedevano da molti anni.
“La trilogia del pollo”
Ha dare il via alle ostilità è stata Lotte Mart, che il 26 giugno ha messo sul mercato i suoi “bucket”, i classici secchielli, a meno di 5mila won (circa 3,12 euro), provocando prevedibili code e un’autentica corsa al pollo tra i consumatori: la risposta di Emart non si è fatta attendere, con un’offerta ancora più aggressiva a 3.480 won (2,17 euro), seguita da Homeplus a 3.990 won (2,49 euro), completando quella che è stata definita dalla stampa locale la “trilogia del pollo“.
Ad alimentare ulteriormente la frenesia della popolazione è la quantità limitata di prodotto disponibile, da 50 a 150 polli al giorno per punto vendita e un solo secchio per cliente.
Il pollo fritto è un’istituzione Coreana, protagonista non solo sulle tavole ma anche nei K-drama televisivi, come il celebre “chimaek” (pollo e birra) in “My Love from the Star”, ciononostante dal 2016, il suo prezzo è costantemente cresciuto, trasformando il comfort food nazionale in un piccolo lusso. Oggi, un pollo intero da franchising come Genesis BBQ, BHC o Kyochon costa almeno 23.000 won (circa 14,34 euro).
A creare questa situazione di emergenza è stata soprattutto l’epidemia di influenza aviaria in Brasile, principale produttore mondiale e fornitore fino al 90% del pollo importato dalla Corea del Sud, che a maggio 2025 ha interrotto le esportazioni verso il paese, un problema a cui si aggiungono fattori di cui ormai siamo ampiamente a conoscenza: rincari sulle materie prime, sulle spese di consegna per le app di food delivery e stipendi al palo hanno creato la crisi da cui i tre colossi della grande distribuzione hanno creato un’opportunità.
Preparando il pollo fritto direttamente nei negozi, Emart, Lotte Mart e Homeplus evitano costi di distribuzione, marketing, piattaforme di consegna e royalty dei franchising, e il loro potere d’acquisto consente anche di comprare in grandi volumi ingredienti come olio e condimenti, abbattendo ulteriormente i costi.
Questa strategia ha portato a numeri straordinari: Emart ha registrato un aumento del 22% nelle vendite di pollo nella prima metà del 2025, Lotte Mart un +10%, e Homeplus ha visto le vendite quadruplicare in alcuni punti vendita. Ovviamente si tratta di vendite sottocosto prodotti cosiddetti “loss leader”, venduti in perdita per attrarre clienti, sperando che riempiano il carrello con altri articoli a prezzo pieno.
Ma, vista l’importanza di questo prodotto in Corea un’iniziativa del genere non può avere solo uno scopo commerciale. Song Jae-ok, responsabile marketing di Lotte Mart, ha dichiarato che continueranno a proporre sconti sul pollo per “aiutare a stabilizzare i prezzi alimentari”, Il pollo fritto è stato quindi scelto come “simbolo della nostra battaglia contro il carovita“.