L’applicazione della sugar tax – come era stato previsto e, da molti, sperato – verrà probabilmente ancora prorogata. L’entrata in vigore programmata per il prossimo 1° luglio verrà molto verosimilmente slittata di altri sei mesi – sempre che poi l’imposta venga applicata davvero, alla fine. A contribuire al rinvio è stato l’incessante pressing da parte del settore, con Assobibe a fare da caposquadra nella lotta alla tassa sulle bevande zuccherate.
L’ennesimo rinvio
Era il 2019 quando il secondo governo Conte introduceva la sugar tax, la tassa sulle bevande edulcorate che nel Regno Unito è già servita a dimezzare il consumo di zucchero tra i bambini.
Ma dal quel lontano 2019, la tanto temuta imposta è stata rimandata a oltranza: dal 2020 al 2021, poi al 2022, 2023, 2024… Un rinvio che si accompagna a quello della plastic tax, l’imposta sulla plastica che subisce la stessa sorte.
E ora l’ennesima proroga, probabilmente di sei mesi (se non di un anno, come qualcuno chiede): il governo valuta adesso di inserire la sugar tax in un prossimo decreto fiscale, lo stesso che includerebbe la riduzione dell’IVA sulle opere d’arte. La maggioranza si è fatta portavoce delle pressioni del settore, con Lega e Forza Italia che hanno presentato emendamenti per proporre la posticipazione.
La promessa di rinviare la tassa era stata in un primo momento collegata al decreto Milleproroghe (un nome che riassume bene lo stato delle cose), ma il governo ha poi stabilito di farlo con un ulteriore provvedimento.
Al momento, quindi, l’associazione italiana delle bevande analcoliche (Assobibe) potrà smettere di inviare inquietanti countdown al governo e di lanciare campagne pubblicitarie shock; se ne riparla fra sei mesi.