La sugar tax è stata di nuovo rinviata, e i produttori sperano nella cancellazione

La sugar tax è stata rinviata (di nuovo) a luglio 2024: Assobibe tira un respiro di sollievo, ma nel frattempo spera nella cancellazione.

La sugar tax è stata di nuovo rinviata, e i produttori sperano nella cancellazione

Lo dobbiamo ammettere, l’appuntamento con il rinvio della cosiddetta sugar tax – un’imposta che andrebbe a coprire le bibite con un alto contenuto di zucchero, con l’obiettivo di scoraggiare il consumo di prodotti alimentari evidentemente dannosi per la salute – sta diventando più puntuale di quello con la Rossa (a proposito: 14 novembre). Nulla da fare, insomma: introdotta al pubblico per la prima volta nell’ormai lontano 2020 con la Legge di Bilancio, pare che il destino della sugar tax sia quello di sfibrarsi in un limbo di rinvii, che paiono susseguirsi uguali di anno in anno.

Il Consiglio dei ministri si è recentemente riunito per presentare la bozza della nuova Legge di Bilancio, all’interno della quale c’è per l’appunto l’ennesimo “a dopo” rivolto alla sugar tax; con la data per il prossimo appuntamento utile fissata a luglio 2024. Così come accadde nell’ultima puntata di questa vicenda, anche in questo caso i produttori di bevande zuccherate hanno colto l’occasione per invitare all’abolizione in toto.

Sugar tax sì, sugar tax no: Assobibe invita ad abolirla

zucchero

La posizione di Assobibe, braccio di Confindustria che si occupa di rappresentare i produttori di bevande analcoliche in Italia, è naturalmente scontata: il rinvio della sugar tax, per quanto benvenuto, sarà utile solo e soltanto se seguito a tempo debito da una netta cancellazione della proposta.

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“Una notizia che fa prendere fiato ma non evita ulteriori difficoltà a imprese e cittadini, alle prese con un’inflazione che riduce il potere d’acquisto delle famiglie” ha commentato Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, a proposito del nuovo rinvio della sugar tax. “Oggi come ieri rimane l’urgenza di una cancellazione definitiva, per contribuire ad allentare lo stato di incertezza che grava sul comparto delle bibite analcoliche, e a cascata su tutta la filiera, bloccando investimenti, innovazione e crescita economica”.

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Per difendersi dall’ombra della sugar tax, il presidente Pierini impugna la tesi dei consumi già in forte calo, dei costi di produzione in aumento, della difficoltà di approvvigionamento delle materie prime necessarie alla produzione dei prodotti in questione. “Questa imposta non ha ragion d’essere visto il calo costante di vendite di bevande zuccherate in Italia e il taglio del 40% dello zucchero immesso in consumo negli ultimi anni attraverso protocolli siglati con il ministero della Salute” ha spiegato. “Inoltre si applica alle sole bibite analcoliche, anche quando prive di zucchero, con stime di gettito sbagliate e irrealistiche su un comparto già penalizzato dall’aliquota Iva al 22% rispetto alla media Ue del 16%”.