Influenza aviaria: la Cina segnala la prima morte umana al mondo per il virus H3N8

La Cina ha riportato il primo caso di morte umana per influenza aviaria appartenente al meno comune sottotipo H3N8.

Influenza aviaria: la Cina segnala la prima morte umana al mondo per il virus H3N8

Lo specifichiamo in apertura a scanso di equivoci – no, naturalmente non si tratta della prima morte di esseri umani al mondo di influenza aviaria. I nostri lettori più attenti si ricorderanno, per fare un esempio relativamente recente, della bambina venuta a mancare in Cambogia verso la fine di febbraio; e di diversi altri casi negli anni scorsi. Ciò che separa la notizia in questione dalle altre riguarda il ceppo in questione: stando a quanto riportato dall’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, una donna cinese di 56 anni è morta dopo essere stata infettata dal sottotipo H3N8, un ceppo che a oggi aveva contagiato solamente altre due persone.

Influenza aviaria: la prima morte per il ceppo H3N8

influenza aviaria

Con la stagione epidemica di influenza aviaria più feroce di sempre tuttora in corso e i casi di positività dei mammiferi che continuano a crescere – i più recenti riguardano canipuzzole e moffette – la tensione continua a salire. La comunità scientifica ha a più riprese ribadito la bassa pericolosità per l’uomo, ma si è anche dichiarata unanime del riconoscere l’esistenza del potenziale pandemico, per quanto una pandemia vera e propria continui a rimanere un’eventualità decisamente remota.

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Ma torniamo a noi: stando a quanto dichiarato dalle autorità sanitarie il ceppo H3N8 non sembra in grado di diffondersi tra gli uomini, e come accennato in apertura di articolo conta un totale di soli altri due casi, entrambi segnalati l’anno scorso sul territorio cinese. È bene notare, per di più, che nonostante Centro provinciale per il controllo e la prevenzione delle malattie del Guangdong non abbia voluto fornire dettagli circa la dipartita della donna; il personale medico locale ha raccontato di “molteplici condizioni sottostanti” e dichiarato che la vittima si esponeva su base giornaliera al pollame vivo.

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Addirittura, le analisi del personale veterinario hanno confermato la presenza del virus in diversi campioni raccolti presso un mercato che la donna era solita frequentare. Questo dettaglio va ad allineare il caso in questione con le altre infezioni legate al ben più comune ceppo H5N1, dove tutte le vittime erano “colpevoli” di aver maneggiato il pollame senza le protezioni sanitarie adeguate.

“Sulla base delle informazioni disponibili, sembra che il virus H3N8 non abbia la capacità di diffondersi facilmente da persona a persona” si può leggere nella dichiarazione ufficiale redatta dall’Organizzazione mondiale della sanità. “Quindi l rischio che si diffonda tra gli esseri umani a livello nazionale, regionale e internazionale è considerato basso“.