Influenza aviaria: un’infezione umana sta presentando “mutazioni preoccupanti”

L'influenza aviaria che ha contagiato un uomo del Cile sta presentando delle "mutazioni preoccupanti", hanno spiegato le autorità sanitarie.

Influenza aviaria: un’infezione umana sta presentando “mutazioni preoccupanti”

Influenza aviaria nell’uomo? Nulla di troppo strano, lo dobbiamo ammettere. Vogliamo dire, naturalmente non si tratta di notizie piacevoli, ma alla luce dell’epidemia del virus in questione più grave di sempre le autorità sanitarie sono state molto chiare: è inevitabile registrare qualche infezione in più negli esseri umani considerando la mole di animali – pennuti e anche mammiferi – contagiati. Dal Cile, tuttavia, arrivano novità tutt’altro che tranquillizzanti, con un uomo di 53 anni ammalatosi di aviaria che ha presentato “mutazioni preoccupanti“, stando al rapporto redatto dai funzionari statali statunitensi. Mutazioni che, è bene notarlo, pare siano “entrate in gioco” dopo che la vittima ha contratto il virus.

Influenza aviaria e i rischi per l’uomo: l’ipotesi pandemia

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Non ci sono dettagli circa l’effettiva natura delle mutazioni in questione, ma il personale medico che si è occupato di prendere il caso in esame ha dichiarato che non esistono prove che questa particolare versione del virus sia riuscito a diffondersi verso altri esseri umani (una delle condizioni fondamentali per innescare una potenziale pandemia di influenza aviaria), si sia mescolato ad altri virus influenzali o che abbia sviluppato una qualche forma di resistenza ai farmaci o ai vaccini attualmente in uso.

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In definitiva, l’influenza aviaria continua a rappresentare un rischio basso per l’uomo. “Tuttavia, è importante continuare a esaminare attentamente ogni caso di infezione umana” ha commentato a tal proposito Vivien Dugan del Centers for Disease Control and Prevention. “Dobbiamo rimanere vigili per individuare immediatamente mutazioni che renderebbero questo virus più pericoloso per le persone”.

Come brevemente accennato in apertura l’ipotesi più temuta dalla comunità scientifica è il verificarsi di una eventuale mutazione che renda più facile per il morbo attecchire alla parte superiore dei polmoni dell’essere umano – un cambiamento che aprirebbe le porte alla paventata diffusione uomo a uomo e che potrebbe sfociare in una pandemia. Al momento, tuttavia, le autorità sanitarie sono concordi nell’affermare che uno scenario del genere, per quanto certamente possibile, sia ancora decisamente remoto.

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Cautela ma niente panico, in altre parole. Le linee guida redatte dalle autorità sanitarie invitano d’altronde a mantenere la distanza di sicurezza da volatili e altri animali – come accennato continuano a salire i casi nei mammiferi come cani – malati o morenti, e ad utilizzare dei dispositivi di protezione quando si è chiamati a maneggiare il pollame. La corsa ai vaccini per gli esseri umani, nel frattempo, è già cominciata: l’Europa si è mossa per assicurarsene due tipi diversi.