Iran: chef Navab Ebrahimi arrestato per aver cucinato delle polpette

Andiamo in Iran perché qui lo chef Navab Ebrahimi, noto anche sui social, è stato arrestato per aver cucinato delle polpette. Inoltre il suo ristorante è stato chiuso.

Iran: chef Navab Ebrahimi arrestato per aver cucinato delle polpette

Brutto fatto di cronaca in Iran: qui lo chef Navab Ebrahimi è stato arrestato per aver cucinato delle polpette. Lo chef è molto noto sui social: è un influencer che vanta più di 3 milioni di follower (ma non cercarlo su Instagram perché hanno anche chiuso il suo profilo). Oltre ad essere stato arrestato, le autorità hanno anche chiuso il ruo ristorante. Ma perché?

Chef Navab Ebrahimi arrestato in Iran

Navab Ebrahimi chef

Gli attivisti del portale Iran International English e BBC Persian hanno diramato la notizia del suo arresto, spiegando che è stato preso in custodia dalle forze dell’ordine mentre si trovava sul suo posto di lavoro. Adesso pare che lo chef sia stato rinchiuso nella prigione di Evin.

Quando i fan dello chef hanno saputo della notizia hanno cominciato a condividere i post per capire cosa fosse successo. E sono parecchi: su Instagram il suo account vantava circa 3 milioni di follower, mentre su YouTube ne aveva 60.500.

Tuttavia ora i suoi account sono stati bloccati (o meglio: quello di Instagram è stato chiuso, quello su YouYube è attivo, ma ha solo qualche video di ricette e quello su Facebook è ancora attivo, ma ha solo due foto) e il ristorante di Teheran è stato chiuso.

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I follower hanno spiegato che lo chef sarebbe stato arrestato dopo aver pubblicato un video dove lo si vedeva cucinare un piatto tradizionale persiano, le polpette. Secondo i fan l’arresto sarebbe stato motivato dal fatto che avrebbe insegnato alla gente a cucinare le polpette di carne persiana per celebrare il #KotleDay e l’uccisione del generale Qasem Soleimani (generale iraniano ucciso il 3 gennaio 2020 da un missile mentre si trovava nella sua auto, durante un raid aereo USA a Baghdad: era a capo della Niru-ye Qods, unità della Guardie della Rivoluzione che voleva diffondere l’ideologia khomeinista al di fuori della Repubblica Islamica).

Su Twitter qualche fan ha ironizzato sul fatto che il regime islamico sia diventato così fragile e debole che ormai si sente minacciato pure dalle polpette. Il problema è che dal giorno della morte di Mahsa Amini, avvenuto lo scorso 16 settembre, le proteste in piazza non si placano, ma così anche la repressione da parte della Repubblica Islamica.

Oltre ad aver arrestato lo chef, le autorità hanno anche deciso di condannare a morte un manifestante disabile di 22 anni, motivando ill fatto che le proteste e le rivolte siano scatenate dai “nemici dell’Iran”: le autorità hanno più volte affermato che chi protesterà contro il governo sarà condannato a morte.

Ma Ebrahimi non è stato l’unico chef a finire sotto la scure del governo iraniano: a novembre anche lo chef noto come il “James Oliver dell’Iran” era stato picchiato a morte dalla polizia.