Jack Daniel’s sta facendo causa a un giocattolo per cani

La Corte Suprema degli Stati Uniti si è trovata a dover fare i conti con un giocattolo per cani ispirato a una bottiglia di Jack Daniel's.

Jack Daniel’s sta facendo causa a un giocattolo per cani

No, in questo titolo non c’è nemmeno un grammo di sano clickbaiting – anche se dobbiamo ammettere che comprendiamo appieno il vostro scetticismo. Vogliamo dire, che c’entra la Jack Daniel’s con un innocuo giocattolo per cani? Si tratta di prodotti completamente opposti per un pubblico (da una parte i cani, dall’altra evidentemente i padroni) altrettanto diverso. La cosiddetta pietra dello scandalo, infatti, riguarda la forma stessa del giocattolo in questione, chiaramente modellato sull’iconica bottiglia spigolosa di whisky: in parole povere, il timore del produttore di alcolici a stelle e strisce è che il marchio venga associato alla “cacca di cane”.

Jack Daniel’s, giocattoli ed escrementi

jack daniel's

Ecco, evidentemente passare dall’essere tradizionalmente accostato a bande di biker tatuati e barbuti trasudanti testosterone agli escrementi del migliore amico dell’uomo è un ridimensionamento troppo crudele per i nostri amici d’Oltreoceano. A rendere ancora più urgente il tutto – il caso è infatti finito sull’agenda della Corte Suprema degli Stati Uniti – è una sentenza di un tribunale di grado inferiore che ha descritto il giocattolo incriminato come protetto dal Primo Emendamento, sottolineando come fosse da intendere come uno “scherzo non destinato a danneggiare l’immagine del marchio”.

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Il gioco, in effetti, è volutamente ironico e non esita a tracciare parallelismi con la bottiglia di whisky. Al di là della sopracitata somiglianza nelle forme abbiamo l’etichetta che scimmiotta quella iconica del Jack Daniel’s (“Old No. 7 Brand Tennessee Sour Mash Whisky”) sostituendola con un “The Old No. 2 On Your Tennessee Carpet”; mentre la dicitura sui volumi alcolici (40% nel caso del prodotto originale) è stata cambiata con “43% cacca ma 100% puzzolente”.

Nella sua crociata contro i giocattoli per cani Jack Daniel’s non è sola, e può contare sul supporto di validi alleati come Nike e la Campbell Soup, che hanno sottolineato come il tutelare iniziative del genere potrebbe portare ad altre parodie in grado di danneggiare effettivamente l’immagine dei loro marchi. D’altro canto, gli avvocati di VIP Products (l’azienda produttrice del gioco) sostengono che una sentenza a loro sfavore renderebbe più semplice per le grandi aziende limitare la libertà di espressione di soggetti terzi.

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Come accennato in apertura il primo round ha stabilito che il prodotto era chiaramente umoristico e protetto dal Primo Emendamento: “Il giocattolo per cani Bad Spaniels, anche se sicuramente non è l’equivalente della Gioconda, è un’opera espressiva”, ha scritto il giudice Andrew Hurwitz nella sentenza. Jack Daniel’s, tuttavia, non è intenzionato a mollare l’osso: la Corte Suprema ha fatto sapere che ascolterà le parti nella giornata di mercoledì 22 marzo e che prenderà una decisione entro la fine dell’anno.