Le istruzioni di una scuola di Milano per il Ramadan: bambini a casa o a digiuno con il piatto davanti

Il dirigente scolastico di una scuola di Milano offre due alternative per il Ramadan - tornarsene a casa o rimanere in mensa, liberi di fare digiuno, ma con il piatto davanti.

Le istruzioni di una scuola di Milano per il Ramadan: bambini a casa o a digiuno con il piatto davanti

Ve ne state a casa o, in alternativa, rimanete a guardare gli altri bambini che mangiano. Potremmo riassumere così, in questo arido binomio, la vicenda trapelata da una scuola di Milano: la cosiddetta pietra dello scandalo sarebbe il contenuto di una circolare, debitamente firmata dal dirigente scolastico e riportata da Il Gambero Rosso, che per l’appunto individua due alternative per i bambini musulmani in occasione del Ramadan.

“Nell’eventualità che i genitori richiedano di esonerare i propri figli dal pasto in occasione del Ramadan” si legge nella circolare in questione “visto che la scuola non può lasciare a digiuno i bambini e vista l’impossibilità di vigilare gli stessi in altri locali della scuola per mancanza di personale, si forniscono le seguenti disposizioni alternative a scelta dei genitori: 1. i bambini rimangono nel refettorio insieme ai compagni e consumano il pasto; 2. si autorizza l’uscita degli stessi dalle ore 12.30 e il rientro a scuola alle ore 14.30″.

Come diciamo noi o in nessun altro modo

ramadan

Seppur incartato nel lessico puntuale tipico delle comunicazioni scolastiche, il messaggio pare più che eloquente – i bambini che intendono rispettare il precetto del digiuno per il Ramadan e che si presenteranno alla mensa (e qui sarebbe bene notare che per certe famiglie il ritorno a casa per il pranzo non è logisticamente attuabile) rimarranno a digiuno con il piatto davanti, circondati dagli altri compagni che mangiano.

Armani Dolci ha una sezione dedicata al Ramadan Armani Dolci ha una sezione dedicata al Ramadan

Vale la pena sottolineare, prima di proseguire, che le donne incinte o che allattano, i malati cronici e gli stessi bambini sono di fatto esentati dal digiuno; e che d’altro canto la stessa circolare in questione (l’istituto, per intenderci, dovrebbe essere frequentato da bambini di età compresa tra i sei e tredici anni) lascia intendere che siano gli stessi genitori a invitare i propri figli a osservare il Ramadan.

Il primo giorno di Ramadan cade nella giornata di oggi, lunedì 11 marzo: la proposta dal dirigente scolastico in questione, come dicevamo, spinge fondamentalmente i bambini (e le loro stesse famiglie, per estensione) a restare nella mensa liberi di digiunare, ma con il piatto davanti. L’alternativa è quella di tornare a casa per l’ora di pranzo e poi ripresentarsi a scuola alle ore 14 e 30 – una scelta che però, per l’appunto, rischia di non potere nemmeno essere presa in considerazione per alcune famiglie.

Resta da vedere se l’episodio farà discutere quanto quello di Lodi, dove le mense scolastiche hanno escluso i salumi e la carne di maiale nel tentativo di assicurare un’alimentazione più sana. Secondo la Lega, si trattò di discriminazione nei confronti dei bambini italiani – dimenticandosi, grossolanamente, che nelle scuole di Lodi era già presente da più di un anno un menu halal e che la carne processata è classificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come cancerogeno certo.