Un luogo magico, con la sua vista dall’alto sul mare della Liguria. Un luogo storico, che aveva ritrovato un’anima (e che anima) con la cucina dello chef Enrico Marmo, lucido talento e bella ispirazione. Un bel progetto, di successo, che però giunge oggi a una fine, almeno nei termini in cui lo abbiamo conosciuto. Le strade dello chef piemontese, giunto a portare una stella Michelin a Ventimiglia dopo solo otto mesi di apertura, e del ristorante che lo ha accolto a marzo 2022, si separano improvvisamente: Enrico Marmo lascia infatti i Balzi Rossi di Ventimiglia.
Ha una fine dunque un progetto giovane in un posto che poteva essere fané, e che invece ha vissuto di grande energia, ereditata anche dalla storica chef Giuseppina Beglia (mancata nel 2023), che nel 1982 fondò e portò in alto il nome dei Balzi Rossi, con la conquista della prima Stella Michelin nel 1985 e della seconda nel 1991.
Un’energia, quella di Enrico Marmo, fatta di amore per gli ingredienti, soprattutto per quelli vegetali, accompagnati sì anche dal mare, quello della Liguria, terra per cui lo chef ha dimostrato un grandissimo amore attraverso la sua interpretazione culinaria.
Le motivazioni dell’addio di Enrico Marmo
Le motivazioni della rottura, che in pochi si aspettavano, non sono note. Nuovi progetti, forse, nuovi percorsi da realizzare in direzioni diverse. “Non è un addio a questa terra, non la cambierei con nient’altro al mondo“, dice lo chef parlando della “sua” Liguria. “È semplicemente maturo il momento di camminare con le mie gambe, senza dover scendere a compromessi“. Un’affermazione che sì, fa in effetti pensare a nuovi progetti all’orizzonte, magari in solitaria.
Quel che è certo è che il 16 ottobre lo chef Enrico Marmo servirà la sua ultima cena ai Balzi Rossi di Ventimiglia. “Sarà un’emozione unica“, ammette lo chef. “Spero in questi quattro anni di essere stato all’altezza della fiducia che i ragazzi di cucina e di sala hanno riposto in me, quando hanno scelto di seguirmi in questa meravigliosa avventura. Affidandosi e fidandosi ciecamente di quello che io avevo deciso per il mio futuro. Uno su tutti, Jacopo che definire il mio secondo è quanto mai riduttivo. Non sono scelte da dare per scontato, sono responsabilità importanti che oggi acquistano un senso preciso. Abbiamo fatto il possibile per soddisfare i nostri clienti in tutti i servizi, dall’apertura fino ad oggi, senza rinunciare alla nostra idea di ospitalità”.