Un piano di sostegno, tutela e valorizzazione di quei ristoranti, bar, alberghi, pasticcerie caffè e via dicendo che hanno contribuito a fare la storia dell’ospitalità italiana – i cosiddetti locali storici, tanto per intenderci. Si tratta di quanto contenuto in un disegno di legge presentato nella giornata di ieri, mercoledì 12 aprile, a Palazzo Madama in una conferenza stampa organizzata dal vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio: la proposta, come accennato in apertura, riconosce un piano di sostegno per tali stabilimenti da realizzare attraverso un fondo dal valore di 150 milioni di euro in tre anni, istituito presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Fondo da 150 milioni per la tutela dei locali storici: come ci si accede?

Tutto molto bello, ma i nostri lettori più attenti avranno senz’altro notato che la definizione di “locali storici” è traballante nel migliore di casi e arbitraria nel peggiore. Il disegno di legge, naturalmente, ha pensato a questo e stabilito che i beneficiari del fondo saranno “le attività commerciali, gli esercizi pubblici, le imprese artigiane e gli esercizi alberghieri che abbiano svolto l’attività da almeno 70 anni, mantenuto arredi e ambienti originali, connotati da particolare interesse storico, culturale o artistico e legati alle tradizioni locali”.
Si tratta, fondamentalmente, delle stesse prerogative di ingresso già adottate dall’Associazione Locali storici italiani, che a oggi raccoglie 200 soci-avamposto distribuiti per l’intera lunghezza del nostro caro e vecchio Stivale. Stando alle stime redatte dalla stessa Associazione sarebbero circa 300 i locali storici idonei ai requisiti individuati dal disegno di legge e che, pertanto, avranno occasione di accedere alle risorse che, è bene notarlo, i singoli Comuni potranno decidere di destinare a contributi per l’affitto, il restauro, o diversamente a riduzioni o addirittura esenzioni dalle imposte.
“I locali storici rappresentano veri e propri beni culturali da sostenere e difendere in quanto esprimono la storia, l’arte e le tradizioni dei territori locali” ha commentato il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, primo firmatario del disegno di legge in questione. “Oggi molti di loro vivono una condizione di grande difficoltà, non solo per la pandemia e per l’aumento dei costi, ma anche per la concorrenza dei grandi gruppi multinazionali che occupano i centri storici, costringendo molte attività a chiudere e trasformando l’immagine delle nostre piccole e grandi città. Con questo disegno di legge, vogliamo aiutare i locali storici a sopravvivere e a mantenere la loro specificità come identità culturale collettiva, ispirandoci alle convenzioni Unesco che tutelano il patrimonio culturale immateriale”.