Ma che ha fatto il Nero d’Avola ad Anna Pepe?

Il rapporto tra Anna Pepe e il Nero d'Avola? Lei fa il suo mestiere, lui ne esce ammaccato. Ma che è successo?

Ma che ha fatto il Nero d’Avola ad Anna Pepe?

Il Nero d’Avola è un celebre vitigno a bacca nera siciliano. Anna, nome d’arte di Anna Pepe, è invece una delle più note rapper dello Stivale. Questi i personaggi sulla scacchiera: ora tocca capire che ha fatto l’uno all’altra.

Il campo da gioco è quello del tormentone estivo, piazza ambitissima e sorprendentemente – abbiamo superato le porte d’agosto, avrete notato – ancora poco affollata. Anna fa il suo mestiere, com’è giusto: la sua nuova canzone si chiama Désolée, e in una manciata di settimane ha già messo in cascina oltre 17 milioni di ascolti. Il nostro vitigno è una comparsa, e ne esce ammaccato. 

Ma come facciamo a far bere del vino ai giovani?

bottiglia vino

È un po’ il tormentone che segue il mondo del vino a ogni passo, da un anno circa a questa parte. Tormentone con eco lunghissima e insistente, che in effetti a definirlo “tormentone” pare un po’ riduttivo. Insomma: il vino non se la passa benissimo – dazi a parte: capitolo che sì esiste, ma preferiamo lasciare un attimo in sospeso -, e c’è chi punta il dito anche contro i giovinastri che non bevono, non capiscono, non apprezzano. Ma che c’entra con Anna e il Nero d’Avola?

I giovani non bevono vino perché il vino lo bevono i vecchi I giovani non bevono vino perché il vino lo bevono i vecchi

C’entra, c’entra. Qui la rima “incriminata”: “Ma fai attenzione, c’è il mio ex che svalvola / Son tutta messa, io non bevo il Nero d’Avola”. È palese che ci fosse un’esigenza lirica, e ben venga che sia stata soddisfatta; ma il modo fa sorridere. Poteva lasciare indietro quel “non”, la nostra Anna, ma non l’ha fatto: ed è diventata alfiere ed esempio di una tendenza. O almeno, di un qualcosa che è percepito come tale.

I giovani si sono allontanati dal vino, o almeno pare, per una miriade di motivi. C’è più esigenza salutista, e dunque giù l’alcol in generale (il dealcolato va forte, di fatto; e così i colleghi simili) se la vede male; c’è una questione di denaro, che il portafoglio è sempre più magro e a volte i prezzi sono tragicomici; e c’è il fatto che il vino è la bevanda dei nostri padri e tutti i figli, prima o poi, si trovano a dover uccidere il padre. Ma tant’è: Anna non beve Nero d’Avola. E non è l’unica, si direbbe.