MasterChef ci tormenterà con un nuovo neologismo: parola dei tre giudici

Aggiornate la vostra lista di neologismi e tormentoni di MasterChef: ne arriva uno nuovo, parola dei tre giudici

MasterChef ci tormenterà con un nuovo neologismo: parola dei tre giudici

Tremate, tremate: i neologismi di MasterChef stan per tornare. Che non fa rima, ma rende bene l’idea. Se c’è una cosa che ha MasterChef ha sdoganato sono i neologismi e i tormentoni in ambito culinario. Neologismi e tormentoni che, fra l’altro, sono entrati a far parte del lessico quotidiano di tutti noi. Ebbene: adesso i tre giudici di MasterChef, Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, hanno annunciato al mondo che arriverà un nuovo neologismo, quello di cui tutti avevamo bisogno, ma senza sapere di averne bisogno.

Quale sarà il nuovo neologismo di MasterChef?

MasterChef Italia 12, giudici

La rivelazione è arrivata durante il talk “Parla con MasterChef” tenutosi in occasione delle celebrazioni di “Sky 20 anni”. Il talk si è tenuto presso il Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano di Roma e qui i tre giudici (sì, sono stati riconfermati tutti e tre anche per questa edizione. Questo è bene specificarlo perché ogni anno, con l’approssimarsi dell’inizio della nuova stagione di MasterChef, arrivano articoli del tipo “Barbieri non ci sarà più”, “Cannavacciuolo lascia” e via dicendo, tutti articoli che, ovviamente, si rivelano privi di fondamento e che riportano frasi dette dai giudici che nulla hanno a che fare con l’abbandono di MasterChef) hanno parlato un po’ del programma.

Uno dei pregi di MasterChef è che ha sdoganato termini o inventato parole che sono finite per entrare nella parlata quotidiana. Parole come “croccantezza” e “impiattamento” vengono giornalmente usate. E che dire del celeberrimo “mappazzone”? Questo per non scomodare, poi, modi di dire che sono diventati dei veri e propri meme e tormentoni, a partire dall’inossidabile “Vuoi che io muoro?” di Bastianich-memoria, arrivando all’inchino ogni volta che si nomina Vico Equense o anche il potere sgrassante del limone che ormai ci sogniamo pure di notte.

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Secondo Cannavacciuolo, MasterChef sta segnando una strada, facendo un lavoro impressionante che spesso sorprende anche i giudici stessi. Locatelli, invece, ha sottolineato come in molti gli abbiamo detto come MasterChef sia l’unico programma che guardano insieme alla famiglia, cosa che gli fa estremamente piacere visto che è paragonabile alla cucina che unisce la famiglia.

Ed è proprio il giudice dal capello brizzolato e sbarazzino a lanciare lo scoop: questa nuova edizione sarà ricordata perché conierà un nuovo neologismo. Siete pronti per l’avvento di “mastercheffizzazione”? Locatelli, senza fare troppi spoiler (quali non è dato sapere visto che ha già svelato quale sarà il neologismo e il suo significato. Cos’altro c’è da aggiungere?), ha spiegato che con questa parola si intende quando si prepara un piatto e si cerca di dargli un tocco in più. Quindi anche quando apro la scatoletta del tonno e ci metto sopra un pezzetto di prezzemolo può considerarsi una “masterchefizzazione”?

Comunque sia, preparatevi nella nuova edizione a sentire una raffica di mastercheffizzazioni.

Durante l’intervista, poi, Locatelli ha spiegato che un tempo i cuochi erano quelli con il cappello in cucina, mentre adesso sono un po’ come loro, più rock’n’roll. E Cannavacciuolo, in maniera subliminale, dà un suggerimento importante agli aspiranti chef. Ha infatti sottolineato come non si possa non conoscere la cucina classica. La nuova generazione, infatti, tende a osare e azzardare, senza però usare o conoscere tecniche classiche. Che tradotto vuol dire: aspiranti concorrenti, imparate a fare anche le basi, non solo a usare ingredienti strani.

Perché, obiettivamente, non si può sentire un aspirante chef che va a MasterChef e non sa fare o non ha mai fatto in vita sua la pasta frolla. Suvvia, le basi signori, le basi. Che è un attimo che Iginio Massari vi spunta alle spalle per la prova di Pasticceria.

Infine i giudici danno un consiglio fondamentale a chi partecipa. L’errore che non bisogna mai fare in cucina è quello di non far mai arrabbiare Bruno Barbieri. Che il mappazzone è sempre lì dietro l’angolo.