Mondiali in Qatar, la birra è stata bandita dagli stadi

Niente birra - o qualsiasi altro alcolico, beninteso - allo stadio: i tifosi presenti ai Mondiali in Qatar rimarranno a secco.

Mondiali in Qatar, la birra è stata bandita dagli stadi

In principio doveva essere bandita per i 90 minuti regolamentari (più eventuali supplementari e rigori, beninteso), ma i tifosi avrebbero comunque potuto difendersi dall’arsura qatariota nelle tre ore prima del calcio d’inizio e fino a un’ora dopo il tradizionale triplice fischio. Poi il primo dosso, colpito ad appena una manciata di giorni dall’inizio delle partite: niente bancarelle vicino agli stadi, meglio spostarle lontano – occhio non vede e tutta quella storia lì, insomma. Arriva una conferma agrodolce: la birra ai Mondiali in Qatar ci sarà, non temete… Solo, sarà limitata e soprattutto costosissima. Però c’è, eh. Poi ecco le voci che la famiglia reale sta sbattendo i piedi per vietare radicalmente la vendita di alcolici presso gli stadi; voci che penetrano tra le già evidentissime crepe di una Coppa del Mondo già aspramente (e giustamente) criticata.

L’affaire birra in Qatar si conclude con una timida fuga di notizie. Secondo quanto riportato dal New York Times c’è stata un’altra marcia indietro sulla marcia indietro; una piroetta, una doppia inversione a U che manco il Colin McCrae dei tempi migliori: la birra – o qualsiasi altro tipo di alcolico – allo stadio non ci sarà. Una fuga di notizie? Eh sì – ci affidiamo ancora ai colleghi del sopracitato NYT, che spiegano come il tutto sia stato fatto trapelare da un “World Cup official” che era a conoscenza del cambio di programma e che ha preferito mantenere l’anonimato in quanto non autorizzato a parlare con i media (ma che bella aria che tira da quelle parti!)

Gole impastate in quel di Doha

Mondiali calcio Qatar

Il nostro furbetto misterioso, tuttavia, rassicura che le autorità locali stanno di fato preparando un annuncio ufficiale che, con ogni probabilità, sancirà l’ira e lo sdegno dei tifosi inglesi, tedeschi, belgi e chi più ne ha più ne metta, costretti a sopportare l’austerità delle calde terre qatariote da sobri. Poi chiaro, forse pensare che l’intera faccenda potesse finire in qualsiasi altro modo sarebbe stato peccare di ingenuità, ma certamente ci sarà da divertirsi.

Altro grande punto di tensione riguarderà naturalmente i rapporti con la Budweiser: non osiamo immaginare quando il produttore di birra abbia dovuto sborsare per portarsi a casa la maglia di sponsor del torneo, aggiudicandosi per di più l’esclusiva sulle vendite di birra in una competizione di questo calibro. Insomma, è senz’altro lecito pensare che le discussioni dietro le proverbiali quinte saranno tutt’altro che amichevoli. Se non altro il team che cura la comunicazione sembra averla presa bene, pubblicando un innocente “Well, this is awkward…” sul profilo Twitter ufficiale del marchio.

In definitiva, è vero che ci piace scherzare, ma quando abbiamo parlato di “crepe di una Coppa del Mondo già aspramente criticata” non ci riferivamo, naturalmente, alle orde di tifosi costretti alla sobrietà. Che poverini, sopporteranno. A onore del vero la controversia inerente al consumo (o meglio, a questo punto il divieto) di alcolici durante le partite ai Mondiali e di fatto solo una dell’ampio ventaglio di problemi emersi negli ultimi mesi: ci riferiamo, naturalmente, alle numerose violazioni di diritti umani, con decine di migliaia di lavoratori morti durante la costruzione delle strutture sportive, o alle posizioni omofobe e sessiste del Paese ospite. Controversie che, di fatto, hanno spinto alcuni brand a opporsi pubblicamente – anche se non è tutto oro quel che luccica.