Non ci resta che il crimine: battuta sulla mozzarella di Caserta con querela

Non ci resta che il crimine: una battuta sulla mozzarella di bufala di Caserta e scatta la querela del Consorzio di Tutela

Non ci resta che il crimine: battuta sulla mozzarella di Caserta con querela

Non l’ha presa bene.

Il presidente del Consorzio della mozzarella di bufala campana Dop, Domenico Raimondo, dev’essere balzato sulla poltrona del cinema, mentre guardava il film «Non ci resta che il crimine» di Massimiliano Bruno, con Alessandro Gassman, Gianmarco Tognazzi e Marco Giallini.

A un certo punto della pellicola, proprio il bravissimo attore romano protagonista della serie sul vice commissario Rocco Schiavone, pronuncia la frase incriminata: «Siamo rovinati. Non ci resta che vendere la mozzarella contaminata di Caserta».

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E ora il Consorzio chiede i danni.

È già pronta infatti una richiesta di danni alla produzione («Italian International Film» con Rai Cinema) sull’esempio di un precedente illustre che i lettori più attenti di Dissapore forse ricorderanno.

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Il Consorzio Grana Padano se l’era presa con «Beautiful», quando in un episodio della famosa fiction Charlie Webber si lamentò per aver comprato il Grana Padano e non il Parmigiano. In quel caso tutto finì con una scena riparatrice con Brooke Logan che mangiava avidamente il Grana.

“La battuta di pessimo gusto sulla mozzarella contaminata di Caserta è un falso storico e un’offesa inaccettabile a un intero territorio”.

Al Corriere del Mezzogiorno Raimondo ha annunciato la linea dura: «Siamo ben oltre la bufala in tempi di fake news, nessuna mozzarella Dop è mai risultata contaminata, nemmeno nei periodi più difficili, mentre nel 2018 abbiamo raggiunto il record storico di produzione con oltre 50 milioni di chili di mozzarella sulle tavole di tutto il mondo».

Ma le notizie per i produttori del film non sono tutte negative. “Non ci resta che il crimine” è in vetta al box office con 2 milioni di euro incassati nel weekend.

[Crediti | Corriere del Mezzogiorno]