Nutriscore aggiorna le valutazioni sulle bevande: il latte intero vale quanto la Coca Zero

Il Nutriscore ha aggiornato le sue valutazioni sulle bevande, ma emerge qualche problema: il latte intero vale quanto la Coca Cola Zero.

Nutriscore aggiorna le valutazioni sulle bevande: il latte intero vale quanto la Coca Zero

Il Nutriscore non ha mai avuto vita facile, dalle nostre parti, e per buona ragione: il sistema di etichettatura nutrizionale “a semaforo”, come è stato fondamentalmente ribattezzato, è più volte incappato in valutazioni che nel migliore dei casi potremmo definire discutibili, favorendo i prodotti ultra lavorati e penalizzando – e qui si spiega la fortissima opposizione dell’Italia – molti prodotti nostrani. È bene notare tuttavia che il Nutriscore fu introdotto in Francia ormai sei anni fa e che l’Unione europea potrebbe adottarla a livello comunitario – rendendola di fatto obbligatoria per gli Stati membri – in un futuro prossimo; tant’è che il sistema viene regolarmente e continuamente aggiornato per risolvere eventuali errori e semplificazioni troppo grossolane. L’ultimo di questi aggiornamenti riguarda le bevande, e anche qui non sono mancate le polemiche: pare che bere del latte intero riceverà la stessa valutazione di una bibita gassata come la Coca Zero.

Nutriscore e l’aggiornamento sulle bevande: come funziona?

latte

Stando a quanto riportato dal quotidiano belga Le Soir l’unica bevanda a cui verrà garantita la A di colore verde, ossia la valutazione migliore nella scala del Nutriscore, sarà l’acqua minerale, naturalmente indispensabile per l’essere umano. Succhi e bibite saranno invece penalizzati sulla base della quantità di zuccheri aggiunti presenti, con la valutazione che dovrebbe scivolare verso il giallo (C), l’arancione (D) ed il rosso (E).

Nutriscore, l’algoritmo “a semaforo” viene bocciato dell’Efsa Nutriscore, l’algoritmo “a semaforo” viene bocciato dell’Efsa

Sarà importante poi valutare anche la composizione dei succhi di frutta (succo puro, concentrato, nettare o smoothies), ma al momento il nodo più grande pare riguardare le bevande a base di latte. Al di là delle valutazioni circa la quantità di zuccheri o edulcoranti, dall’articolo sopracitato trapela che i prodotti scremati e parzialmente scremati potrebbero sperare in una B, mentre il latte intero rischia una categoria di valore ancora peggiore – la stessa C che sarà attribuita anche alla Coca Cola Zero.

“La futura C del latte intero non deve ipotecare il suo grande valore nutrizionale”, ha sottolineato a tal proposito Laurence Doughan, esperta in politica della nutrizione presso l’istituto Spf di Salute Pubblica del Belgio, precisando che “il grasso che contiene non presenta veri rischi per la salute”. Resta tuttavia implicito che una C di color giallo intenso potrebbe spaventare i consumatori, o comunque spingerli verso alternative con valutazioni più “verdi”: la critica, in questo caso, potrebbe improntarsi sul fatto che la lettura attribuita a una bevanda reputata da molti nutrizionisti come fondamentale per la crescita – il latte, ovviamente – si ritroverà sullo stesso piano di una bibita gassata.