“Pane tondo come la testa di Mbappé”, e il calciatore fa causa a un negozio di kebab

"Pane tondo come la testa di Mbappé", si legge nella descrizione di un panino. Ma attenzione: non è che Mbappé si è fatto improvvisamente permaloso - la questione è più complicata.

“Pane tondo come la testa di Mbappé”, e il calciatore fa causa a un negozio di kebab

Chiamatela l’altra faccia della notorietà, se volete: uno stadio pieno di tifosi che gridano il tuo nome è senza ombra di dubbio un’esperienza incredibile, ma immaginiamo che avere una coda di fan atterriti e adoranti che seguono ogni passo fuori casa possa diventare piuttosto sgradevole; e allo stesso modo può capitare di vedersi offrire la cena al ristorante, ma anche di rimanere coinvolto in voci di corridoio sconvenienti e pruriginose. Ci sono poi quelle occasioni in cui si viene eletti a modello da seguire, per i più giovani ma non solo… E poi, dall’altra parte, può capitare di essere paragonati a un kebab.

Basti chiedere a Kylian Mbappé, campionissimo della Francia e del Paris Saint Germain, che di recente ha ventilato la possibilità di fare causa al proprietario di un negozio di kebab per avere usato il suo nome per descrivere uno dei suoi panini: “Pane tondo come la testa di Mbappé”.

Occasione persa: poteva direttamente chiamarlo “kebappé”

tifosi calcio

Per quanto possa essere divertente immaginare Kylian Mbappé mortalmente offeso che tenti di convincere un giudice che la sua testa non è così tonda, è bene mettere un po’ di puntini sulle cosiddette i. Tanto per cominciare il “proprietario” in questione è Mohammed Henni, famoso influencer francese con circa due milioni di follower su Instagram che ha costruito la sua notorietà interpretando un tifoso sfegatato del Marsiglia che perde le staffe nel vedere la sua squadra del cuore perdere.

Erling Haaland si lancia nel food con un gelato che porta il suo nome Erling Haaland si lancia nel food con un gelato che porta il suo nome

Seconda cosa – la richiesta di Mbappé, o per essere più precisi del suo team legali, è quella di rimuovere il suo nome dal menu entro otto giorni, pena muovere denuncia per averlo utilizzato senza il consenso del titolare (il calciatore stesso, tanto per intenderci) per scopi commerciali.

La linea impugnata da Delphine Verheyden, l’avvocato della famiglia Mbappé, interpreta infatti la trovata di Henni come un tentativo di trarre profitto (e visibilità mediatica, che per l’appunto andrebbe poi a tradursi in un ritorno economico) sfruttando l’immagine del calciatore.

L’influencer, evidentemente conscio di avere attirato l’attenzione che desiderava, si è giocato la carta dell’indignazione per aumentare ancora il rumore attorno a sé: “Non hai nessuna vergogna?” si è sfogato in un video. “Non hai nient’altro da fare? Mi fai causa per una cosa così banale? È incredibile, non posso crederci”.

In chiusura può essere curioso notare, al di là dell’evidente “acume social” di Henni, che di recente il calcio francese sta facendo parlare di sé anche e soprattutto in chiave food: sapevate che presto il campionato sarà ribattezzato in “Ligue 1 McDonald’s”?