Perché Auchan (e altre grandi aziende francesi) non lasciano la Russia?

Ci si chiede perché Auchan e altre grandi aziende francesi non se ne vadano dalla Russia. Il motivo potrebbero essere le perdite economiche.

Perché Auchan (e altre grandi aziende francesi) non lasciano la Russia?

In molti si stanno chiedendo come mai Auchan, Leroy Merlin, Renault e diverse altre grandi aziende francesi non se ne siano ancora andate dalla Russia, mentre molte altre compagnie del genere lo abbiano già fatto.

Anche il presidente Zelensky si è accorto della cosa, tanto da criticare direttamente Auchan, Leroy Merlini e Renault durante il suo discorso al parlamento francese, dicendogli che dovevano smettere di essere gli sponsor della macchina da guerra russa: i valori, infatti, dovrebbero essere più importanti dei profitti.

Pare che il 78% delle aziende che non hanno ancora intrapreso azioni contro la Russia siano europee e nord-americane. In particolare, delle 57 società francesi in Russia, solamente il 5% ha chiuso del tutto, mentre il 44% ha solo sospeso temporaneamente le attività. Ma il restante 51% è ancora attivo e non ha ancora fatto nulla. Per fare un paragone, delle 277 società statunitensi in Russia, il 37% ha chiuso i battenti, il 56% ha sospeso le attività e solo il 6% non ha fato nulla.

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Probabilmente il motivo principale per cui queste aziende francesi non si ritirano dalla Russia è meramente economico: pare che queste aziende siano il principale datore di lavoro straniero in Russia, fornendo un posto a 160mila persone. Secondo Klisman Murati, fondatore e CEO di Pareto Economics, per alcune aziende è semplicemente più difficile andarsene rispetto ad altre: è più facile ritirarsi quando la tua attività in Russia è piccola (lo sa bene McDonald’s che sta ancora facendo i conti su quanto perderà dopo aver tirato giù le serrande nel paese di Putin).

Alcune aziende, però, sostengono di voler rimanere in Russia perché sentono di avere un obbligo morale nei confronti dei consumatori. Per gli ucraini, però, l’unico motivo per cui non se ne vanno è che non vogliono perdere i loro profitti: Daniel Bilak, ex consigliere capo per gli investimenti del primo ministro ucraino, sostiene che queste aziende non siano affatto preoccupate per i loro dipendenti.

Bilak ricorda che sono abituate ad assumere e licenziare continuamente persone: il fatto che non chiudano è solo una dimostrazione della mancanza di coraggio delle loro convinzioni.

Per quanto riguarda Aucham, Yves Claude, AD dell’azienda, aveva spiegato di non aver voluto chiudere in Russia in quanto non solo la società avrebbe perso asset, ma avrebbe esposto anche i manager locali a potenziali problemi legali. Tuttavia Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri ucraino, non ha gradito questa spiegazione s u Twitter ha dichiarato: “Apparentemente la perdita di posti di lavoro in Russia è più importante della perdita di vite umane in Ucraina”.