Prevedibile: McDonald’s rincara i prezzi del menu per compensare gli aumenti del salario minimo

Era abbastanza prevedibile che McDonald's ritoccasse i prezzi del menu al rialzo per compensare l'obbligo di aumento del salario minimo

Prevedibile: McDonald’s rincara i prezzi del menu per compensare gli aumenti del salario minimo

Non che ci volesse una laurea in Economia per capire come avrebbe fatto McDonald’s ad ottemperare all’obbligo in California di aumentare il salario minimo. Ovviamente nell’unico modo possibile: aumenterà i prezzi del menu. E non sarà il solo colosso dei fast food a farlo: anche i prezzi di Chipotle aumenteranno per adeguarsi ai nuovi salari. Non pensavate mica che ci avrebbero rimesso il loro margine di guadagno, vero?

McDonald’s e la classica soluzione all’aumento del salario minimo

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Dall’anno scorso si parla della nuova legge della California per quanto riguarda il salario minimo dei lavoratori dei fast food. Tale legge garantisce loro un minimo di 20 dollari l’ora (nel 2021 c’erano stati scioperi da McDonald’s per alzare il salario minimo a 15 dollari). Ovviamente tale legge non è certo risultata gradita ai colossi del fast food, tanto che sia McDonald’s che Starbucks avevano chiesto di abrogare tale legge, facendo così insorgere i dipendenti.

Il motivo è chiaro: dovendo pagare di più i dipendenti, si tratta di soldi in meno da trattenere come margine per l’azienda. Da qui la decisione di correre ai ripari perché sia mai erodere quei margini. Dobbiamo pagare di più i dipendenti? Bene, lo faremo. Ma aumenteremo i prezzi del menu. Il che vuol dire che a pagare quel salario minimo saranno le tasche dei clienti, non il borsello di McDonald’s.

A dare l’annuncio dei rincari è stato Chris Kempcziniski, l’amministratore delegato di McDonald’s, il quale ha avvisato tutti che l’azienda aumenterà i prezzi in California dopo che il governatore Gavin Newsom ha firmato la legge che porta il salario minimo a 20 dollari l’ora.

Questo aumento si aggiungerà a quello già praticato a livello nazionale e giustificato dall’inflazione galoppante, con il risultato che in un ristorante del Connecticut è stato registrato il prezzo record di 18 dollari per un pasto Big Mac.

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I dirigenti di McDonald’s hanno anche fatto notare che l’inflazione e i rincari hanno spinto i consumatori a ridurre la spesa per i fast food. Nel corso dell’ultimo trimestre gli americani che guadagnano meno di 45mila dollari l’anno, hanno frequentato sempre di meno i McDonald’s.

Nonostante questo, però, McDonald’s aumenterà i prezzi in California: aumento dei salari dei dipendenti = aumento dei prezzi del menu, è un’equazione semplice. Il che genera un po’ un cortocircuito che ricorda da vicino anche una situazione analoga qui in Italia. I ristoranti alle prese con rincari e inflazioni, il fatto di non trovare camerieri o cuochi perché pagano troppo poco, la richiesta (giusta e sacrosanta, si intenda: il lavoro va pagato) di aumentare i salari per i dipendenti con l’ovvia considerazione da parte dei ristoratori che se aumentano i salari, vuol anche dire che per starci dentro devono aumentare i prezzi dei menu.

Ed è qui che nasce un interessante cortocircuito: le persone che sui social tuonano virtuose che i dipendenti devono essere pagati di più, sono poi le stesse che poi protestano risentite quando i ristoratori aumentano i prezzi, minacciando boicottaggi e di non andare mai più a mangiare nei ristoranti.

Ah, non è affascinante la mente umana?