Ristoranti: Fipe chiede di togliere le multe ai manifestanti di Milano

Ristoranti: la Fipe ha chiesto di togliere le multe ai manifestanti di Milano che avevano protestato per i ritardi nelle riaperture. Il motivo? I ristoratori hanno troppi debiti.

Ristoranti: Fipe chiede di togliere le multe ai manifestanti di Milano

Ancora ristoranti: la Fipe ha chiesto di togliere le multe ai manifestanti di Milano. Secondo la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, multare i ristoratori che sono scesi in piazza per protestare nel capoluogo lombardo è “come sparare sulla Croce Rossa”.

Breve riassunto delle puntate precedenti. A Milano gli esercenti del comitato Ho.re.ca Lombardia, tutti proprietari di bar e ristoranti, sono scesi in piazza per protestare civilmente a causa degli aiuti economici del Governo non pervenuti. I ristoratori, con tanto di mascherina e distanza di sicurezza, erano fermi fra sedie vuote collocate all’Arco della Pace.

Solo che poi è intervenuta la polizia e la Digos ha multato tutti con sanzioni del valore di 400 euro. Sulla questione è intervenuta anche alla Fipe, la quale ha spiegato che anche se la manifestazione non era stata organizzata da loro, si sente comunque in dovere di chiedere allo Stato di mettersi una mano sulla coscienza facendo un gesto di apertura nei confronti di lavoratori e imprenditori disperati.

Inoltre la Fipe ha anche esortato i ristoratori a non farsi prendere la mano: le proteste sono sacrosante, ma le manifestazioni vanno organizzate in maniera seria, coinvolgendo prima prefetture e forze dell’ordine per tutelare la sicurezza di tutti. Altrimenti rischiano di essere controproducenti, come in questo caso.

A parlare è proprio Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe. Cursano ha sottolineato che da mesi, anche durante audizioni in Parlamento, hanno denunciato il rischio di problemi sociali e adesso la rabbia sta aumentando. Gli imprenditori sono esasperati perché sono stati lasciati da soli da uno Stato che aveva promesso di aiutarli, ma che in ben due mesi non è riuscito a dare nessun contributo concreto per permettergli di sopravvivere.

Cursano non parla di attività legate a rendite o finanza, ma di persone, sia titolari che dipendenti che possono vivere solo se lavorano. Le aziende sono schiacciate da debiti e hanno bisogno di ossigeno, altrimenti rischiano di finire anche loro in rianimazione. I promessi contributi a fondo perduto devono arrivare subito alle aziende e idem dicasi per la cassa integrazione per i dipendenti e per la liquidità promessa.

E avverte: se ciò non avverrà, centinaia di migliaia di persone non solo non riusciranno ad arrivare a fine mese, ma non arriveranno neanche a fine giornata.

Mentre Fipe fa le sue richieste al Governo, intanto all’Arco della Pace c’è chi porta avanti la protesta: il ristoratore Paolo Polli è rimasto in piazza tutta la notte. L’uomo ha deciso di fare lo sciopero della fame fino a quando non verranno tolte le multe.