Ristoranti, Fipe contro Io Apro: “Violare la legge è un grave errore”

Fipe è contraria all'iniziativa Io apro decisa da alcuni ristoranti: violare la legge è un grave errore e può diventare un boomerang che si rivolgerà contro il settore.

Ristoranti, Fipe contro Io Apro: “Violare la legge è un grave errore”

A proposito dell’iniziativa Io Apro lanciata da alcuni ristoranti, la Fipe non ci sta e si dichiara contro tale manifestazione: “Violare la legge è un grave errore”. Ma non solo: potrebbe anche ritorcersi contro il settore.

Breve riassunto di Io Apro (hashtag #ioapro o #ioapro1501, ancora non hanno ben deciso quale sarà quello ufficiale, nel dubbio ve li segnaliamo entrambi): alcuni ristoranti, bar e ristoratori in tutta Italia hanno deciso di aprire comunque venerdì 15 gennaio alla sera in barba alle norme restrittive imposte dal Governo per arginare la diffusione del Coronavirus.

Ovviamente il tutto ha generato svariate polemiche: da ristoratori che ottengono il prevedibile sostegno di Matteo Salvini per questa protesta ad altri che parlano di una protesta che è musica per le orecchie dei populisti.

Ma torniamo a Fipe. La Federazione Italiana Pubblici Esercizi è ben conscia del fatto che il settore sia stremato e che la situazione sia grave e confusa. E’ necessario mettere in campo subito misure aggiuntive per fornire certezze agli imprenditori e dare adeguato ristoro alle perdite loro imposte. L’associazione condivide la frustrazione di molti esercenti, cosa che può indurli a fare gesti radicali.

Tuttavia la responsabilità di Fipe non è solo quella di far sentire le voci delle persone che rappresenta, ma anche di tutelare la legalità a ogni costo. Questo vuol dire proteggere gli associati da prese di posizione che li allontanano dal Paese e che possono esporli a sanzioni pesanti.

Il Ministero dell’Interno è stato chiaro a proposito: ci saranno controlli e provvedimenti per chi non rispetta la legge. Inoltre la Fipe sottolinea come si sia battuta per mesi per difendere la reputazione del settore, trattato sin da inizio pandemia in modo sproporzionato dai vari provvedimenti come se fosse fonte di contagio e non valorizzato come attività essenziale.

Tuttavia se dopo aperture forzose si dovesse registrare un nuovo picco dei contagi, ecco che l’intera categoria verrebbe nuovamente additata e danneggiata. Da sempre gli italiani hanno dimostrato attaccamento e vicinanza ai Pubblici Esercizi, ma sarebbe difficile essere solidali con tali atti. Il rischio è quello di compiere azioni che finiranno col penalizzare tutti.