Ristoranti: in Piemonte e Lombardia in stallo, il resto d’Italia riapre il 18 maggio?

Stallo per i ristoranti in Piemonte e Lombardia: il resto d'Italia potrebbe riaprire il 18 maggio, ma non le due regioni con la metà dei contagi da Coronavirus. Forse.

Ristoranti: in Piemonte e Lombardia in stallo, il resto d’Italia riapre il 18 maggio?

Per quanto riguarda i ristoranti, voci insistenti di corridoio parlano del 18 maggio come possibile data di riapertura. O meglio: in tutta l’Italia i ristoranti potrebbero riaprire il 18 maggio, tranne Piemonte e Lombardia che rimangono in stallo. Forse.

Il condizionale, il “forse” sono tutti d’obbligo: in questa settimana non si farà altro che parlare del 18 maggio come ipotetica data di riapertura delle attività, in stile mantra, ma l’unica cosa certa è che finché Giuseppe Conte non terrà la sua conferenza via Facebook siamo tutti nel campo delle ipotesi.

Ma perché tutti oggi parlano del 18 maggio? Tutto nasce del fatto che il Ministero della Salute ha avviato un monitoraggio delle diverse regioni italiane tenendo conto di 21 indicatori. Adesso i dati stanno arrivando e si comincia ad elaborarli per capire se effettivamente il 18 maggio sarà possibile o meno una riapertura dei bar e ristoranti in Italia. Essendo che mancano ancora 7 giorni al 18 maggio, si è ancora nel campo delle ipotesi anche perché in questa settimana la situazione potrebbe ribaltarsi completamente (sia in senso positivo che in senso negativo, dipenderà dall’andamento dei contagi).

Quello che però è emerso da questi primi dati è che sì, se i contagi continueranno a diminuire tutta Italia potrebbe riaprire il 18, tranne però due eccezioni: Piemonte e Lombardia.

Le due regioni del Nord, infatti, contengono la metà dei nuovi contagi, motivo per cui, se l’andamento rimarrà questo, potrebbero restare fuori dalla prossima riapertura.

Migliori speranze pare che abbia il Piemonte di rientrare nelle regioni che anticipano, ma la Lombardia non di sicuro. E’ soprattutto Francesco Boccia a frenare gli entusiasmi: va bene aprire, ma in sicurezza in quanto i prossimi focolai probabilmente saranno nei luoghi di lavoro. Inoltre Boccia, così come Roberto Speranza, ministro della Salute, auspica che sia il Governo a decidere dove riaprire visto che le regioni vogliono maggior autonomia.

Anche perché c’è un dato da tenere in considerazione: come ci hanno più volte spiegato in questi due mesi di lockdown, i dati giornalieri riferiti indicano la situazione dei contagi di due settimane prima. Questo vuol dire che gli effetti della parziale riapertura di queste due settimane di Fase 2 in termini di contagi e morti, li vedremo in realtà dopo il 18 maggio. Quindi anche se si parla di riaprire, bisogna tende in considerazione che a seconda di come andrà l’andamento del numero dei contagi, ci potrebbero essere nuove chiusure parziali e nuove zone rosse dipendenti da dove verranno localizzati i nuovi focolai.