I numeri parlano chiaro: stando ai rapporti del Fish Health Inspectorate (FHI per gli amici) nel lasso di tempo compreso tra gennaio e novembre 2022 negli allevamenti ittici in Scozia sono state registrate quasi 15 milioni di morti di salmone, in netta crescita rispetto agli 8,58 milioni rilevati durante tutto il 2021 e ai 5,81 risalenti al 2020. Che è successo? Domanda ostica, questa. Da una parte gli allevatori indicano una fioritura inusuale di malattie tra i pesci, parassiti e un incremento della popolazione di meduse; ma numerosi gruppi di attivisti sono invece convinti che la cosiddetta pietra dello scandalo sia il sovraffollamento – tanto che sono arrivati a organizzare un boicottaggio.
La moria di salmone negli allevamenti scozzesi
“Le morti nei recinti per pesci hanno raggiunto livelli record per una serie di motivi” ha spiegato Abigail Penny, direttore esecutivo di Animal Equality UK “incluso un forte aumento delle malattie infettive tra i pesci che sono stipati in gabbie sovraffollate in modo innaturale, così come la cattiva salute delle branchie e trattamenti approssimativi per rimuovere i pidocchi dalle acque infestate. Man mano che l’industria cresce, crescono anche questi problemi. Dobbiamo riprendere il potere e boicottare il pesce d’allevamento: è l’unico modo per iniziare a frenare questo problema in continuo peggioramento”.
E le meduse? Beh, non fraintendiamoci – la loro presenza sempre più massiccia è un problema (collegato, con ogni probabilità, al cambiamentoclimatico) ben documentato, ma secondo gli attivisti nel caso degli allevamenti scozzesi la prima causa è senza ombra di dubbio rappresentata dalle condizioni di acuto sovraffollamento.
“I rapporti sulla mortalità elencano molteplici fattori, ad esempio problemi di salute alle branchie, infezioni batteriche o virali, manipolazione o predazione, quindi non è sempre possibile assegnare le morti a una causa specifica” ha commentato a tal proposito un portavoce del governo scozzese in merito ai rapporti del FHI. “Tuttavia, lo stato di salute delle branchie rimane una questione chiave”.
Quel che è peggio, le cifre del FHI potrebbero essere ben inferiori alla realtà dei fatti, poiché molti allevatori non segnalano tutte le morti: “Circa il 25% dei salmoni nelle gabbie marine sta morendo, quindi è circa uno su quattro” ha spiegato Don Staniford della Scamon Scotland. “Se un escursionista vedesse un allevamento di mucche o di pecore dove un animale su quattro è morto sarebbe inorridito, ma poiché i pesci stanno sott’acqua sono facili da ignorare. Il problema è che non c’è un metodo etico per allevare il salmone” ha poi aggiunto.