Scrivere di gusto: accanimento terapeutico sul critico gastronomico

Scrivere di gusto: il corso diretto da Valerio Visintin del Corriere della Sera per diventare critico gastronomico

Scrivere di gusto: accanimento terapeutico sul critico gastronomico

Scrivere di Gusto è un percorso che insegna l’arte della scrittura e soprattutto un approccio etico alla critica gastronomica.

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Il corso, organizzato da Sasso/Carta e DOOF e diretto da Valerio M. Visintin, il noto critico del Corriere della Sera, inizierà ad aprile 2019 per consentire a scrittori, giornalisti (professionisti e no) o semplici appassionati di gastronomia di partecipare a un ciclo di lezioni che daranno vista a EATMI, guida indipendente alla ristorazione meneghina, la prima realizzata da una redazione didattica sotto la guida di un critico professionista.

Le 8 lezioni, completate da 5 laboratori, sono concepite come riunioni di redazione che permetteranno agli studenti di essere guidati nella stesura di piani editoriali, di ricevere specifiche mansioni dal capo redattore e di acquisire il metodo per scrivere recensioni gastronomiche.

Il corso, che durerà fino a luglio, prevede prove sul campo, degustazioni, tour enogastronomici e cene nei ristoranti, che arricchiranno la formazione teorica con l’insegnamento delle tecniche di assaggio, oltre all’importanza di sommellerie, accoglienza e servizio.

I docenti del corso provengono dai settori della ristorazione (Antonello Maietta, Presidente
dell’AIS), dell’alimentazione (Anna Anghileri, nutrizionista), del giornalismo (Alessandro Galimberti, Presidente Ordine dei giornalisti della Lombardia) e dei media (il nostro direttore Massimo Bernardi).

È intenzione di Valerio M. Visintin rilanciare il mestiere del critico gastronomico su basi più etiche: “La critica gastronomica non esiste, salvo eroiche eccezioni”, sostiene l’unico critico gastronomico italiano a visitare i ristoranti in incognito: “Nei casi più nobili, il giornalismo di settore vi ha rinunciato per carenza di risorse economiche, ma sono moltissimi a tradire il ruolo con spudorate e sistematiche violazioni deontologiche”.