Siccità, la Spagna pensa di limitare l’acqua per l’irrigazione: gli agricoltori insorgono

La Spagna sta valutando di limitare l'acqua destinata all'irrigazione per combattere la siccità, ma gli agricoltori non sono d'accordo.

Siccità, la Spagna pensa di limitare l’acqua per l’irrigazione: gli agricoltori insorgono

Migliaia di agricoltori hanno invaso le strade di Madrid per protestare contro il piano delle autorità governative spagnole di ridurre la quantità di acqua prelevata dal fiume Tago, il più lungo della penisola iberica, e poi utilizzata per l’irrigazione dei terreni agricoli nel sud-est del Paese. Una misura, quest’ultima, che è stata formulata come potenziale tampone ai copiosi danni causati dall’imperversare del cambiamento climatico e della siccità in generale: la Spagnaun po’ come l’Italia, in realtà – ha trovato nel 2022 il suo anno più caldo mai registrato, una lunga prova di resistenza accompagnata da una crisi idrica che di fatto si è protratta per la maggior parte dell’anno facendo scendere i serbatoi nazionali a livelli critici.

La lotta alla siccità delle autorità spagnole

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In un contesto del genere, dove il comparto agricolo ha patito danni senza precedenti, l’idea di limitare l’acqua destinata alle operazioni di irrigazione dei campi è stata presentata dal ministro dell’Ambiente locale Teresa Ribera come un freno necessario per preparare il Paese alla furia e ai rigori determinati dal riscaldamento globale. In altre parole, il concetto è quello di soffrire un poco nell’immediato per poi preparare una risposta efficace alle sfide del futuro.

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Gli agricoltori e le figure politiche delle aree interessate, tuttavia, hanno organizzato una forte resistenza: Fernando Lopez Meiras, leader della regione di Murcia, ha affermato durante le proteste che il trasferimento di acqua dal Tago è responsabile dell’irrigazione del 70% della frutta e della verdura esportata dalla Spagna; e che se il flusso di oro blu dovesse essere interrotto si rischierebbe di perdere 25 mila posti di lavoro.

Il sistema di trasferimento dell’acqua tramite tubi dai bacini idrici della Spagna centrale ai frutteti di Valencia e Murcia è stato uno dei più grandi progetti di ingegneria idraulica mai realizzati nel Paese, e ha contribuito al suo sviluppo come importante esportatore di frutta e verdura – tanto che le regioni interessate dalla manovra, nel sud-est del Paese, sono colloquialmente soprannominate “il frutteto d’Europa”.

Allo stesso tempo, tuttavia, il governo iberico deve sottostare a quanto stabilito dalla Corte Suprema, e cioè che il fiume Tago deve necessariamente avere una portata d’acqua non inferiore agli 8,65 metri al secondo – un valore che la qualifica come “ecologica”. Da qui ecco l’idea di ridurre la mole delle irrigazioni: a causa della morsa della siccità non c’è abbastanza acqua per rispettare le misure decise dalla Corte Suprema e irrigare i campi. La misura, in ogni caso, verrà introdotta gradualmente nell’arco di cinque anni.