Sessanta milioni di euro in beni mobili e immobili posti sotto sigilli, sequestrati da una operazione congiunta effettuata dai carabinieri del Ros e dai finanzieri del Comando Provinciale di Caserta. Nel mirino del personale in divisa, e dunque “vittima” del sequestro in questione, un imprenditore casertano di nome Paolo Siciliano, noto ai più per essere il titolare dei supermercati Pellicano. La proverbiale pietra dello scandalo, che ha portato all’apertura delle indagini, è la sua presunta vicinanza ad alcuni membri della camorra, e in particolare – stando a quanto lasciato trapelare dai rapporti delle forze dell’ordine – il clan Belforte di Marcianise e il gruppo Zagaria del clan dei Casalesi.
Supermercati Pellicano: la travagliata storia del titolare, tra usura e camorra
L’insegna dei supermercati Pellicano è di fatto particolarmente nota nel contesto casertano: la catena può fare affidamento su ben 21 punti vendita distribuiti sul territorio della provincia, e a sua volta fa parte del ben più grande gruppo Crai. È bene notare, prima di procedere con l’analisi del caso e nel racconto delle altre beghe legali che hanno visto protagonista il signor Siciliano, che tali punti vendita continueranno di fatto a rimanere aperti e in funzione: stando a quanto riportato dai media locali, le società proprietarie saranno poste in amministrazione controllata permettendo ai singoli store di continuare a operare senza tuttavia più essere alla dipendenze di Siciliano. Al suo posto verrà di fatto nominato dal Tribunale un responsabile.
Ma torniamo al caso: il patron della catena di supermercati è, come accennato in apertura, finito nel mirino dei pm a causa dei suoi presunti stretti rapporti con le cellule di malavita radicate nel territorio. Le indagini portate avanti dal personale in divisa sostengono infatti che l’appoggio delle cosche avrebbe aiutato il patron nell’attività di otto aziende situate nella stessa provincia di Caserta, tutte operanti nel settore immobiliare o edile.
I nostri lettori più attenti si ricorderanno tuttavia che non è la prima volta che il signor Siciliano finisce nei pasticci: nel 2021, infatti, venne coinvolto in un’indagine dei Ros chiamata “Scettro” e poi arrestato insieme ad altre due persone dalla Guardia di Finanza. All’epoca le forze dell’ordine stavano indagando il caso di un imprenditore locale vittima di usura ed estorsione, con gli indagati – Siciliano ovviamente compreso – che ricorrevano a intimidazioni identificandosi come membri del clan Belforte di Marcanise.
Già all’epoca emersero dunque forti collegamenti tra il patron dei supermercati Pellicano e la malavita locale. Siciliano, tuttavia, benne rilasciato dal tribunale del Riesame di Napoli con conferma dell’annullamento del provvedimento della Cassazione.